Secondo la recente analisi di una nota società di ricerca, il rally dei prezzi del rame palesatosi nella prima parte dell’anno potrebbe aver spinto il metallo in acque decisamente profonde ed ostili, soprattutto ora che i fondamentali del prodotto sembrano deteriorarsi.
Kieran Clancy, assistant commodities economist presso Capital Economics, ha affermato che il cambiamento delle previsioni di crescita globale e l'aumento dell'offerta spingeranno i prezzi del rame a tornare ad 8000 dollari per tonnellata entro la fine dell’anno, con una possibile estensione del calo a 7500 dollari per tonnellata entro la fine del 2022.
La nuova previsione arriva quando i prezzi del rame sono scesi del 10% dai massimi di maggio sopra i 10000 dollari per tonnellata.
I prezzi spot del rame sul London Metals Exchange sono attualmente scambiati a 9343 dollari per tonnellata e l'obiettivo di prezzo di Capital Economic rappresenta un ulteriore calo del 14% rispetto ai prezzi correnti.
Nel rapporto, Clancy ha affermato che uno dei maggiori fattori che pesano sul prezzo del rame è il variare delle previsioni di crescita economica, in particolare modo quelle relative alla Cina: “Sebbene i dati pubblicati questa settimana mostrino che la crescita economica in Cina è rimasta ragionevolmente robusta nel secondo trimestre, è probabile che elementi contrari alla crescita si intensificheranno nella seconda metà dell'anno, in particolare nel settore delle costruzioni dove il rame è ampiamente utilizzato”.
Clancy ha aggiunto che, sebbene la crescita globale rimanga robusta, non è sufficiente a compensare la debolezza prevista dalla Cina che determinerà un aumento dell’offerta disponibile a mercato influenzando Inn modo negativo i prezzi del prodotto.
"La produzione di minerale di rame tra i tre maggiori produttori dell'America Latina - che insieme costituiscono poco più di due quinti dell'offerta globale di minerale di rame - è stata particolarmente colpita dalle misure per contenere la pandemia implementate lo scorso anno e, successivamente, dalla carenza di manodopera legata al virus. Da allora la produzione è rimbalzata, ma ha ancora molta strada da fare prima di raggiungere i livelli prepandemici” (K. Clancy).
Anche in queste condizioni Clancy afferma che l’eccesso di offerta rappresenta il rischio maggiore per il mercato del rame.
Fonte KitcoNews