L'aumento dei prezzi dell'energia sta alimentando scommesse rialziste sugli esportatori dei paesi in via di sviluppo, con la Russia che emerge come destinazione di investimento preferita dai trader.
Il rublo russo ha guadagnato più di qualsiasi altra valuta dei mercati emergenti questo mese, sostenuto dalla prospettiva di maggiori entrate derivanti dal settore petrolifero in un contesto che vede gli investitori focalizzarsi sempre più sull’operato della OPEC+, di cui la Russia fa parte, in termini di gestione del mercato dell’oro nero.
Quanto sta accadendo segna un brusco cambio di passo per gli investitori dei mercati emergenti che hanno trascorso le ultime settimane a preoccuparsi alternativamente della minaccia di insolvenze a cascata dovute alla crisi cinese di Evergrande e della prospettiva incombente di una politica più restrittiva da parte della Federal Reserve.

"I prezzi dell'energia rimarranno elevati e le aziende dei paesi esportatori di materie prime beneficeranno della stretta globale nell'offerta di materie prime legate all’energia - spiega Ali Akay, chief investment officer presso Carrhae Capital - e la situazione dovrebbe continuare a rivalutare gli esportatori di energia e materiali”.
Russia
Le turbolenze nel mercato dell'energia hanno messo in luce lo status della Russia come superpotenza petrolifera e del gas e, inoltre, non dobbiamo dimenticare che Mosca dispone di oltre 600 miliardi di dollari di riserve, un onere del debito invidiabilmente basso e sta spingendo con rialzi dei tassi per domare l’inflazione.
Uno sguardo agli incrementi degli utili per la Russia rispetto ad altri mercati emergenti illustra la divergenza, con le proiezioni sugli utili a dodici mesi per le azioni quotate a Mosca sono aumentate del 14% dalla seconda metà dell'anno. In confronto, le previsioni di profitto per le aziende in Arabia Saudita sono aumentate del 6,7%, sono poco cambiate in Asia e sono diminuite in America Latina.
JPMorgan Chase & Co. ha rafforzato la sua posizione sul Russian Depositary Index in quanto rimane rialzista sulle materie prime e sulle scommesse legate al petrolio fino a fine anno: "I prezzi del petrolio più alti porteranno a guadagni e dividendi più alti nei titoli energetici, che rappresentano il 59% dell’indice - spiega JPMorgan Chase & Co. - e guideranno un rublo più forte che a sua volta spingerà i titoli nazionali, un altro 25% dell’indice”.
Fonte Bloomberg