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Ripresa economica globale: banche centrali ottimiste, ma la crisi dell’offerta è un rischio



La Redazione Articolo pubblicato il 30/09/2021 15:00:00
Le principali banche centrali sembrano concordare su un’affermazione: la ripresa economica global continua a progredire, ma ci sono dei rischi

 

Le principali banche centrali sembrano concordare su un’affermazione: la ripresa economica global continua a progredire, ma ci sono dei rischi.

Mercoledì il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, il presidente della BCE, Christine Lagarde e il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno dichiarato di attendersi che l'attività economica raggiunga i livelli precedenti alla pandemia di COVID-19 entro la fine di quest'anno o all'inizio del 2022 (dichiarazioni rese durante l’European Central Bank's Forum on Central Banking).

Nonostante l'ottimismo, i leader delle banche centrali hanno notato che ci sono ancora rischi per quella che alcuni hanno definito una crescita irregolare: “Siamo usciti dal baratro, ma siamo ancora in una sorta di foresta - spiega Lagarde - e l’incertezza è diminuita, ma non è scomparsa del tutto”; alle parole di Lagarde fanno eco quelle di Andrew Bailey che definisce irregolare il percorso di recupero dell’economia globale.

Le banche centrali citate in precedenza indicano le continue interruzioni della catena di approvvigionamento, anche nel mercato energetico europeo, come la principale minaccia, anche se minimizzano i possibili rischi definendo quanto sta accadendo come un evento temporaneo.

Powell ha osservato che forti misure di stimolo monetario e fiscale hanno contribuito a sostenere la domanda dei consumatori, ma ora i vincoli dal lato dell'offerta stanno frenando l'attività economica ed ha anche sottolineato come la crisi dell'offerta globale stia causando un'inflazione più persistente del previsto; Powell, tuttavia, ha anche aggiunto che continua a considerare transitorie le maggiori pressioni inflazionistiche: “Questo picco inflazionistico non porterà a un nuovo regime di inflazione più elevata.  L'attuale picco è in realtà una conseguenza dei vincoli all’offerta in corrispondenza di una domanda molto forte, e tutto ciò è associato alla riapertura dell’economia: si tratta di un processo che ha un inizio, una parte centrale e una fine e sappiamo che questi problemi si risolveranno; è difficile valutare impatto e persistenza nel tempo di questa situazione, ma crediamo che ce la faremo”.

Anche Christine Lagarde ha minimizzato le crescenti pressioni inflazionistiche, nonostante l’Europa sia oggetto di un forte aumento dei prezzi dell’energia: "Gli aumenti dei prezzi a cui stiamo assistendo al momento sono in gran parte attribuibili alla riapertura dell’economia”; sempre la leader della BCE spiega che le aspettative complessive di inflazione a lungo termine sono aumentate ma rimangono al di sotto dell'obiettivo della BCE e dichiara di attendersi un’inflazione transitoria in quanto non c’è stata una forte crescita dei salari: “Al momento, non stiamo assistendo ad aumenti salariali diffusi che produrrebbero aumenti di prezzo di secondo livello”.

 

Fonte KitcoNews

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