Nei primi due mesi del 2023 la produzione di petrolio e gas degli Stati Uniti è cresciuta ad un ritmo particolarmente elevato grazie al contesto di mercato ma, stando a quanto spiegano gli analisti della US Energy Information Administration (EIA), tale tasso di crescita è destinato a crollare bruscamente in quanto il recente calo delle quotazioni si ripercuote negativamente sulle nuove perforazioni e sul tasso di completamento dei pozzi, con la realtà dei fatti che diverrà evidente entro il quarto trimestre 2023.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, la produzione di greggio e condensati degli USA è diminuita di 53000 barili giornalieri, nel mese di febbraio rispetto al mese precedente anche se su base annua si nota un incremento di quasi 1,2 milioni di barili giornalieri, con la produzione complessiva dei primi due mesi del 2023 che ha raggiunto quota 738 milioni di barili a fronte dei 669 milioni prodotti nello stesso periodo del 2022.
Buona parte dell’aumento produttivo è stato determinato dall’effetto ritardato dei prezzi elevati e delle perforazioni aggiuntive dei primi nove mesi del 2022: generalmente, i produttori attendono di verificare che un aumento delle quotazioni sia in grado di protrarsi nel tempo e solo verificata questa condizione si darà via al noleggio degli impianti di perforazione ed all’assunzione della forza lavoro dedicata che provvederà al completamento dei pozzi - od alla realizzazione di nuovi - ed al collegamento degli stessi ai sistemi di raccolta e trasporto. Dopo l’aumento dei prezzi passano in media cinque mesi per assistere ad un aumento significativo delle perforazioni ed altri sei mesi per le operazioni di fracking ed il tutto conduce ad un ritardo complessivo di circa 12 mesi.
Il prezzo reale del greggio (futures) è stato superiore ai 100 dollari per barile per la maggior parte del secondo trimestre 2022 e proprio l’impatto di tali prezzi ha contribuito all’aumento della produzione nel primo trimestre 2023 ma, da allora, i prezzi del WTI sono scesi a circa 70 dollari per barile diminuendo l’incentivo ad effettuare nuove perforazioni, con i rig attivi che sono scesi a 591 unità nella giornata del 28 aprile contro le 627 unità del 2 dicembre 2022 (fonte Baker Hughes). Il rallentare delle operazioni di perforazione si tradurrà inevitabilmente in un calo della produzione entro la fine de 2023, un evento che compenserà in parte la contrazione dei consumi imputabile al delicato periodo economico.
Produzione di Gas
La produzione di gas negli Stati Uniti è aumentata a un record di 5.98 miliardi di piedi cubi nei primi due mesi del 2023, ovvero il 7% in più ripeto allo stesso periodo nel 2022, un evento che, unito a condizioni climatiche miti ed al calo delle esportazioni di GNL, si è tradotto in un forte aumento delle scorte e prezzi contenuti.
Le scorte di gas hanno registrato un enorme surplus di 280 miliardi di piedi cubi che ha fatto crollare le quotazioni a 2,1 $/mmBtu contro i 9,3 dollari registrati ad agosto 2022.
Il numero di impianti di perforazione per il gas è rimasto stabile a circa 150-160 a settimana da settembre, dopo essere salito costantemente da poco più di 100 all'inizio del 2022 e questa immobilità dovrebbe rallentare la crescita della produzione dal terzo trimestre del 2023, mentre il riavvio delle operazioni di esportazione di Freeport LNG dovrebbe contribuire a ridurre parte delle scorte in eccesso.
Il surplus accumulato, tuttavia, è così grande che probabilmente sarà necessaria una riduzione delle trivellazioni e dei completamenti per riportare in equilibrio produzione e consumo ed eliminare le scorte in eccesso.
Fonte Reuters