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Petrolio: nel 2022 il panico non verrà dalla domanda, ma dall’offerta…



La Redazione Articolo pubblicato il 11/01/2022 09:00:00
Questo gap non si colmerà velocemente, a meno che i produttori con capacità inutilizzata non compensino la carenza produttiva dei membri che non sono in grado di sostenere gli incrementi produttivi, e questo pare alquanto improbabile.

 

I produttori di petrolio sperano in un 2022 tranquillo? Se è così si sbagliano, perché le incertezze sono molte, questo è vero, ma su una cosa gli analisti di settore sono d’accordo: il 2022 sarà un anno turbolento!

I ribassisti prevedono un’offerta in grado di sovrastare la domanda in un contesto contraddistinto da scorte in aumento e da una OPEC+ che, forse, sarà costretta a considerare nuovi tagli alla produzione, mentre i rialzisti si concentrano su scorte in calo, capacità di produzione inutilizzata in diminuzione e carenza di investimenti e, fatto salvo un drastico crollo della crescita della domanda, quest’ultimo pare essere lo scenario più probabile.

L’analisi presentata ai produttori OPEC+ prima dell’ultimo meeting ha mostrato che le scorte globali di petrolio si stanno accumulando per tutto il prossimo anno, annullando praticamente tutti i prelievi visti nel 2021. L’aumento delle scorte, tuttavia, non si basa su prospettive cupe per la domanda di oro nero che, scendo l’analisi, raggiungerà una media di quasi 101 milioni di barili giornalieri, nel 2022, con un picco ad oltre 103 milioni entro il mese di dicembre.

Uno degli elementi che desta maggiore incertezza è compatto della variante Omicron sulla domanda di greggio, ma i recenti dati in arrivo a mercato suggeriscono che, visto il basso livello di ospedalizzazione, sarà più limitato del previsto: alcuni paesi stanno già iniziando a revocare le restrizioni implementate in precedenza e questo sostiene la crescita della domanda.

La potenziale debolezza del mercato petrolifero deriva dall'offerta dilagante, che l'OPEC vede superare i 104 milioni di barili al giorno prima della fine dell’anno, anche se molti analisti dubitano che tale previsione sia attendibile in quanto implica che tutti i membri del gruppo portino a termine l’aumento produttivo previsto, una situazione che quasi certamente non si verificherà. A dicembre, il gruppo ha pompato 625000 barili al giorno al di sotto del suo obiettivo collettivo: si tratta di un miglioramento, ma comunque si parla del settimo mese consecutivo in cui il gruppo non ha centrato il suo obiettivo.  Questo gap non si colmerà velocemente, a meno che i produttori con capacità inutilizzata non compensino la carenza produttiva dei membri che non sono in grado di sostenere gli incrementi produttivi, e questo pare alquanto improbabile.  Il gap, sostanzialmente, potrebbe essere destinato ad aumentare in quanto la OPEC+ aumenta il target produttivo di 400000 abili giornalieri su base mensile e questo significa che l’offerta non arriverà mai ai livelli previsti.

Le scorte commerciali di petrolio nelle economie dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sottolineano i rialzisti, sono già a livelli contenuti e si attestano al di sotto della media 2015 - 2019 di 174 milioni di barili (-6%) e, sebbene sia probabile che l'aumento della produzione dell'OPEC+ riduca questo divario, eroderà contemporaneamente la capacità inutilizzata mondiale disponibile per far fronte a interruzioni impreviste dell’approvvigionamento, interruzioni che si stanno già palesando.

La Libia, che ha mantenuto con successo un livello di produzione superiore a 1 milione di barili al giorno per tutto il 2021, è stata colpita dalla chiusura dell'oleodotto dal suo più grande giacimento petrolifero da parte delle PFG dalla necessità di riparazioni urgenti a una delle linee al servizio del suo più grande terminal di esportazione. Le riparazioni sono state completate rapidamente, ma la produzione del paese rimane di oltre il 25% inferiore al livello dell'anno scorso.  Gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita e l'Iraq siano tutti in grado di pompare oltre i livelli di base utilizzati per misurare i tagli alla produzione, sono probabilmente gli unici membri del gruppo OPEC+ che possono farlo.

Quando i tagli alla produzione saranno interamente ripristinati (entro settembre, secondo la tabella di marcia) tutta la capacità di produzione mondiale di petrolio di riserva sarà detenuta da quei tre paesi e potrebbe non ammontare a molto più di 2,5 milioni di barili al giorno.  Questo è un “cuscinetto” molto sottile per gli standard storici e che alimenterà le prospettive rialziste del mercato.

 

Fonte Bloomberg 

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