Le società commerciali si stanno affrettando a fornire petrolio russo degli Urali agli Stati Uniti, dove la produzione di petrolio è stata duramente colpita dal passaggio dell’uragano Ida che si è rivelato uno tra i più devastanti di sempre sia per i civili che per le società petrolifere attive nel Golfo del Messico, dove la produzione offshore è stata oggetto di pesanti interruzioni: quasi due settimane dopo l’evento quasi i due terzi dell’output offshore rimane offline.
Le società commerciali, tra cui Trafigura, Vitol e Litasco, si sono assicurate circa 5 milioni di barili di petrolio russo (Ural) destinato all’imbarco nel mese di settembre con successiva consegna begli USA; si tratta di un evento raro in quanto, di solito, vengono spediti solo pochi carichi a distanza di mesi, ma l’Ural russo è un buon prodotto in grado di sostituire quello offshore statunitense e, soprattutto, immediatamente disponibile nel mercato spot.
Clipperdata stima che fino a sette carichi di petrolio Ural potrebbero raggiungere gli Stati Uniti a settembre, di cui cinque diretti alla costa del Golfo e, sempre secondo la società, se tutti e sette i carichi verranno confermati e consegnati, ci troveremmo di fronte ai volumi più elevati almeno dal 2013; l’attuale situazione di mercato ha indotto un forte balzo nel prezzo del grado Ural.
L’impatto dell’uragano ha interessato maggiormente i gradi acidi prodotti negliUSA come, ad esempio, il Mars ed ora che le raffinerie tornano in attività più velocemente rispetto alla produzione l’Ural russo è un’ottima sostituto.
Royal Dutch Shell ha cancellato la spedizione di alcuni carichi di Mars a causa dei danni arrecati dall’uragano alle infrastrutture segnalando che la situazione potrebbe protrarsi per settimane.
Fonte Bloomberg