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Petrolio: l’Asia aumenta le importazioni



La Redazione Articolo pubblicato il 26/11/2021 18:00:00
L'incognita è la quantità di petrolio che verrà rilasciata dagli SPR dei principali importatori della regione e in quale lasso di tempo

 

I dati in arrivo a mercato suggeriscono che, con tutte le probabilità, le importazioni di petrolio dell’Asia sono aumentate, nel mese di novembre, raggiungendo i livelli più elevati del 2021: l’incremento avviene in vista dell’inverno e nonostante la diffusa inquietudine derivante dai prezzi elevati del barile.

Le importazioni relative al mese di novembre del maggior consumatore mondiale di oro nero sono stimate da Refinitiv Oil Research a quota 26,35 milioni di barili, in netto aumento rispetto ai 22, 5 milioni di barili importati nel mese di ottobre.

Per la maggior parte dell'anno le importazioni di greggio dall'Asia sono rimaste sotto tono, tuttavia, la corsa per assicurarsi le forniture di carburante prima dell’inverno ha spinto le raffinerie di tutta l'Asia ad acquistare più greggio per la consegna di novembre, con tutti i principali paesi importatori che dovrebbero aumentare gli arrivi.

La Cina, il più grande acquirente di greggio al mondo, dovrebbe importare 10,47 milioni di barili al giorno a novembre, in aumento rispetto agli 8,9 milioni di barili al giorno di ottobre.  Alcuni elementi, tuttavia, lasciano dubitare che la recente fiammata delle importazioni sia destinata a durare nel tempo, in quanto è probabile che le importazioni siano state potenziate dalla concessione da parte del governo di nuove quote ad alcune raffinerie indipendenti: tali quote dovranno essere sfruttate entro la fine dell’anno; questo ha condotto a un'ondata di acquisti da queste raffinerie, in particolare di greggio ESPO russo, che ha visto i premi spot salire ai livelli più elevati da gennaio 2020.

Un altro fattore che potrebbe influenzare le importazioni cinesi nel primo trimestre del prossimo anno è impossibile rilascio di parte delle riserve strategiche (SPR): sino ad ora Pechino non ha dichiarato se effettivamente si unirà agli USA in questa operazione e questo genera una notevole incertezza a mercato, nonostante gli operatori ritengono probabile un intervento del colosso asiatico al fine di raffreddare il mercato petrolifero.

L'India, il secondo importatore di greggio dell'Asia, si è impegnata a rilasciare 5 milioni di barili attualmente nelle SPR, ovvero circa 161000 barili giornalieri: tale volume non avrebbe un impatto significativo sulle importazioni della nazione attualmente stimate in 4,41 milioni di barili giornalieri nel mese di novembre (4,04 milioni di barili giornalieri le importazioni del mese di ottobre).

Il Giappone, il terzo più grande acquirente di greggio in Asia, rilascerà circa 4,2 milioni di barili dalle SPR, con le importazioni della nazione che dovrebbero attestarsi, a novembre, a quota 3,04 milioni di barili giornalieri (2,54 milioni di barili giornalieri le importazioni del mese di ottobre).

Anche la Corea del Sud, il quarto importatore di greggio dell'Asia, si unirà all'iniziativa degli Stati Uniti, ma deve ancora confermare la quantità di petrolio che rilascerà dalle riserve; le importazioni della Corea del Sud ammontano a 2,95 milioni di barili giornalieri nel mese di novembre (2,7 milioni di barili giornalieri le importazioni del mese di ottobre).

Nel complesso, le importazioni di greggio dall'Asia a novembre riflettono una domanda più forte prima dell'inverno e una ripresa in corso dal peggio della pandemia di coronavirus.

L'incognita è la quantità di petrolio che verrà rilasciata dagli SPR dei principali importatori della regione e in quale lasso di tempo.

 

Fonte Reuters

 


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