Nella sessione di ieri i prezzi del petrolio si sono mossi in rialzo di circa l’1% dopo che gli investitori hanno compensato le previsioni della IEA (International Energy Agency) in merito ad una crescita della domanda globale di greggio meno solida del previsto con le rilevazioni in arrivo dagli USA che mostrano un calo delle scorte di oro nero.
Nel dettaglio i futures sul Brent hanno terminato gli scambi a quota 82,75 dollari per barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) ha posto fine alle contrattazioni a quota 78,63 dollari per barile.

La dinamica di prezzo in oggetto ha ridotto il premio del Brent rispetto al WTI al livello più basso dal 28 marzo ad oggi; all’inizio della sessione di ieri il report ribassista della IEA aveva spinto entrambi i benchmark in territorio negativo, ma le quotazioni hanno effettuato una inversione di rotta dopo che i dati diffusi a mercato dalla Energy Information Administration hanno mostrato un calo delle scorte USA pari a circa 2,5 milioni di barili, ben oltre i 500.000 barili attesi dal mercato: “Il calo delle scorte di petrolio è dovuto principalmente all'aumento del tasso di utilizzo delle raffinerie che si è rivelato in forte aumento” (Bob Yawger, responsabile energy futures presso Mizuho).
I prezzi al consumo statunitensi sono aumentati meno del previsto ad aprile, suggerendo che l’inflazione ha ripreso la sua tendenza al ribasso all’inizio del secondo trimestre, spingendo le aspettative dei mercati finanziari sul taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed) a settembre (tassi di interesse più bassi ridurrebbero i costi di finanziamento per imprese e consumatori e potrebbero stimolare la crescita economica e la domanda di petrolio).
Con la previsione di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed entro la fine dell’anno, il dollaro USA è sceso al minimo di cinque settimane e questo potrebbe stimolare la domanda poiché la merce denominata in biglietto verde diventa meno costosa da acquistare in altre valute.
La IEA ha ridotto le sue previsioni per la crescita della domanda di petrolio nel 2024, ampliando il divario con il gruppo di produttori OPEC in termini di aspettative per le prospettive della domanda globale di quest’anno.
In Canada, nel frattempo, si prevede che venti favorevoli allontaneranno un grande incendio dalla città di Fort McMurray, dove si trovano le sabbie bituminose, hanno detto i funzionari, meno di un giorno dopo che a 6.000 persone era stato ordinato di andarsene.
Fort McMurray è il fulcro della produzione di sabbie bituminose del Canada. Un enorme incendio nel 2016 ha costretto l’evacuazione di 90.000 residenti e ha bloccato la produzione di oltre 1 milione di barili al giorno.
Fonte Reuters