Petrolio: i sauditi non spenderanno un dollaro…
La Redazione
Articolo pubblicato il 15/07/2021 18:00:00
Prezzi del greggio intorno ai 75 dollari al barile sono solo leggermente inferiori a quelli di cui l'Arabia Saudita ha bisogno per pareggiare il bilancio, secondo le stime del FMI, e tali prezzi potrebbero aumentare ulteriormente grazie...
Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) l’Arabia Saudita sfrutterà le entrate in eccesso derivanti dal settore petrolifero al fine di ricostruire le riserve, una strategia diametralmente opposta a quella tradizionale che ha sempre visto il Regno aumentare la spesa non appena la disponibilità economica fosse stata adeguata.
“Il messaggio che abbiamo ricevuto con forza è stato che il percorso di spesa stabilito nel budget sarà mantenuto, indipendentemente da dove andranno i prezzi del petrolio - spiega Tim Callen, responsabile dell’area presso l’FMI - e credo sia la cosa giusta da fare, in quanto attenersi a una spesa mirata ti permette di ricostruire davvero gli asset finanziari che sono andati in crisi negli ultimi anni”.
Prezzi del greggio intorno ai 75 dollari al barile sono solo leggermente inferiori a quelli di cui l'Arabia Saudita ha bisogno per pareggiare il bilancio, secondo le stime del FMI, e tali prezzi potrebbero aumentare ulteriormente grazie alla ripresa della domanda e grazie ad un mercato reso particolarmente ristretto da una potenziale assenza di aumenti della produzione da parte della OPEC+.
Callen spiega che in passato il bilancio saudita era indebolito proprio dall’aumento della spesa in corrispondenza di un aumento dei prezzi del greggio in quanto questa strategia diventa di difficile gestione nel momento in cui i prezzi del petroli iniziano a scendere.
L'Arabia Saudita ha fissato la spesa 2021 a 990 miliardi di riyal (264 miliardi di dollari), mentre si prevede che le entrate saliranno a 849 miliardi di riyal. A causa di tale deficit e dei trasferimenti al fondo sovrano del regno, a maggio le attività estere nette sono scese al livello più basso degli ultimi 10 anni.
La più grande economia del mondo arabo si è fortemente contratta nel 2020 a causa del doppio shock dei prezzi del petrolio in forte calo e della pandemia; il governo ha adottato misure per attutire l'impatto fiscale, triplicando l'imposta sul valore aggiunto, tagliando i piani di spesa e aumentando le tasse di importazione; mentre il principe ereditario Mohammed bin Salman ha suggerito che l'aumento dell'IVA è una risposta al Covid-19 e che l'aliquota potrebbe essere ridotta nei prossimi anni, l’FMI sconsiglia una strategia di questo tipo, con i tecnici che suggeriscono come la stabilità sia la scelta migliore.
L’FMI ha anche suggerito che il governo saudita potrebbe permettersi di utilizzare un sostegno finanziario più mirato per le famiglie a basso reddito. Il Regno, che ha ridotto i sussidi per il carburante, ha fissato un limite massimo per il costo interno della benzina, la scorsa settimana, e ha affermato che lo stato si farà carico dell'onere di prezzi al di sopra di tale livello.
Il Fondo monetario internazionale sta anche fornendo assistenza tecnica al governo saudita nella gestione della sua passività patrimoniale sovrana, ha affermato Callen.
Fonte Bloomberg