L'attività di trivellazione petrolifera negli Stati Uniti ha iniziato a diminuire in risposta al calo dei prezzi, e questo, secondo gli analisti, si tradurrà in una crescita della produzione più lenta per tutto il resto del 2023 e nel 2024. Stando ai dati diffusi da Baker Hughes, i rig operativi al termine della passata settimana ammontavano a 600, in calo rispetto al picco di 627 unità registrato nella giornata del 2 dicembre 2022, ed i numeri mostrano chiaramente che l’accelerazione dell’attività di perforazione avviata ad agosto 2020 pare essere interrotta se non del tutto conclusa.
Negli ultimi tre decenni, i cambiamenti nel conteggio degli impianti di perforazione hanno generalmente seguito i cambiamenti nei prezzi dei future WTI con un ritardo medio di circa 4-5 mesi; quando i prezzi aumentano, i ritardi riflettono il tempo necessario per confermare che un cambiamento nel livello dei prezzi è persistente piuttosto che temporaneo, contrattare impianti di perforazione extra, spostarli sul sito di perforazione, montare l'attrezzatura ed attendere l’avvio delle operazioni mentre, all’opposto, quando i prezzi scendono, il ritardo riflette il tempo necessario per confermare la tendenza, terminare pozzi parzialmente perforati, perforare pozzi già sotto contratto e impianti di perforazione inattivi non necessari.

Nel nostro caso, i futures WTI hanno raggiunto il picco all'inizio di giugno 2022, quando erano superiori di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ed in questo contesto il numero di trivellazioni petrolifere ha raggiunto il picco alla fine di novembre, circa 25 settimane dopo il picco dei prezzi, leggermente più a lungo della media; da giugno 2022, tuttavia, i prezzi sono generalmente diminuiti, il che si è tradotto in un graduale turnover dei tassi di attività di perforazione. Attualmente i prezzi sono inferiori di circa il 15% rispetto ai livelli di un anno fa e sono ancora in calo, il che implica che - probabilmente - le attività di perforazione continuino a diminuire fino alla fine di giugno 2023.
Una volta terminata la perforazione, c'è un ulteriore ritardo di sei mesi - in media - per rivestimento, pompaggio a pressione, installazione di attrezzature di superficie, prove di flusso, collegamento alla rete di condotte e entrata in produzione commerciale, ragion per cui è plausibile pensare che l'attuale rallentamento della perforazione riduca la crescita della produzione fino alla fine del 2023 e probabilmente fino al 2024.
L'Energy Information Administration (EIA) prevede che, nel mese di dicembre 2023, la produzione statunitense sarà di soli 340000 barili al giorno superiore a quella dello stesso mese nel 2022 e, se la previsione dovesse trasformarsi in realtà, la crescita della produzione risulterà dimezzata.
Una crescita più lenta della produzione statunitense ridurrà qualsiasi accumulo di scorte di greggio, anche se l'economia globale rallenterà quest'anno, e limiterà il potenziale di crescita non inflazionistica nel resto del 2023 e del 2024.
Fonte Reuters