La produzione di petrolio delle sette principali formazioni shale statunitensi dovrebbe aumentare, nel mese di agosto, di circa 42000 barili giornalieri: questo è quanto affermano i tecnici della Energy Information Administration sottolineando come si tratti di un d’incremento più marcato rispetto a quello atteso per il mese di luglio, ovvero 28000 barili giornalieri.
A guidare l’aumento produttivo sarà la punta di diamante del settore shale statunitense, ovvero il Permian Basin: qui la produzione di petrolio subirà un incremento di 53000 barili giornalieri in grado di compensare la contrazione dell’output attesa nel bacino di Bakken, in North Dakota.
Attesa in aumento, per il secondo mese consecutivo, anche la produzione di gas dei principali bacini shale a stelle e strisce.
Nel mese di agosto la produzione di gas complessiva aumenterà di meno 0,1 bcfd ad un totale di 85,5 bcfd a fronte di un record produttivo di 86,9 bcfd registrato a dicembre 2019.
Sempre nel mese di agosto la produzione di shale gas dell’Appalachia, il più grande bacino di shale gas, è attesa in calo di meno di 0,1 bcfd ad un totale di 34,4 bcfd, e questo a fronte di un record di 35,6 bcfd registrato a dicembre 2020.
La produzione di gas a Haynesville in Texas, Louisiana e Arkansas dovrebbe aumentare di oltre 0,1 bcfd a un record di 13,5 bcfd ad agosto.
I tecnici EIA hanno affermato che i produttori hanno perforato 549 pozzi mentre altri 818 sono stati completati e questa situazione, aggiornata al mese di giugno, lascia il numero totale di pozzi perforati, ma non completati, a 6252, in calo di 269 unità ai livelli più bassi da giugno 2018.
Fonte Reuters