Nella giornata di ieri i governi dell’Unione Europea si sono lentamente avvicinati ad un programma di sanzioni contro la Russia che includa anche il divieto alle importazioni di petrolio ma, almeno per il momento, nessun accordo è stato raggiunto se non quello di effettuare ulteriori consultazioni nella giornata odierna al fine di comprendere come le nazioni maggiormente dipendenti dall’energia russa siano in grado di sopportare un embargo dell’oro nero di Mosca. I colloqui aventi come oggetto le sanzioni contro il greggio russo si protraggono dal 4 maggio, quando la possibilità di introdurre tale sanzione è divenuta concreta.
"Il Consiglio è unito sulla necessità di adottare un sesto pacchetto di sanzioni - hanno affermato in una nota la presidenza francese dell'Ue e la Commissione - sono stati compiuti progressi molto significativi sulla maggior parte delle misure”.

Il punto critico è come garantire le forniture di petrolio all'Ungheria, alla Slovacchia e alla Repubblica Ceca - senza sbocco sul mare - che dipendono fortemente dal greggio russo trasportato in loco tramite oleodotti dell'era sovietica e che incontrano significative difficoltà nel reperire fornitori alternativi.
"Dobbiamo ancora lavorare - continua il comunicato UE - per finalizzare, in uno spirito di solidarietà, le garanzie necessarie per le condizioni di approvvigionamento petrolifero degli Stati membri che attualmente si trovano in una situazione molto specifica per quanto riguarda l'approvvigionamento tramite gasdotto dalla Russia”.
Per coinvolgere tutti i membri dell'UE, la Commissione ha proposto venerdì modifiche al previsto embargo sul petrolio russo per dare ai tre paesi più tempo per riallineare alle nuove esigenze il sistema che governa la fornitura di energia: secondo il piano iniziale, tutti i paesi UE dovrebbero interrompere gli acquisti di petrolio russo e prodotti raffinati entro la fine dell’anno, mentre le modifiche aiuterebbero Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca a reperire fornitori alternativi.
Fonte Reuters