Nel mese di maggio le importazioni di petrolio russo della Cina sono balzate del 55% rispetto allo stesso periodo nel 2021 raggiungendo livelli mai visti in precedenza con l’Arabia Saudita che perde il primo posto nella classifica dei fornitori di Pechino; la realizzazione della performance è stata possibile grazie ai prezzi estremamente ridotti dei barili russi.
Secondo i dati dell'amministrazione generale cinese delle dogane, le importazioni di petrolio russo, comprese le forniture pompate attraverso l'oleodotto dell'Oceano Pacifico della Siberia orientale e le spedizioni marittime dai porti russi dell'Europa e dell'Estremo Oriente, sono state di quasi 8,42 milioni di tonnellate, ovvero circa 1,98 milioni di barili giornalieri, un volume in netto aumento rispetto agli 1,59 milioni di aprile.
I dati indicano che Mosca è in grado di trovare acquirenti per il suo petrolio nonostante le sanzioni occidentali, anche se ha dovuto ridurre sensibilmente i prezzi e, mentre la domanda di oro nero di Pechino risulta in calo a causa delle nuove restrizioni introdotte dal governo a causa del covid, i principali importatori hanno intensificato l’acquisto di petrolio russo a basso costo.
L'Arabia Saudita è stata il secondo maggior fornitore fornitore con 1,84 milioni di barili giornalieri di petrolio destinati alla Cina, un volume in netto calo rispetto ai 2,17 milioni di aprile.
I dati doganali pubblicati lunedì hanno anche mostrato che la Cina ha importato 260000 tonnellate di greggio iraniano, il mese scorso, la terza spedizione di petrolio iraniano dallo scorso dicembre; nonostante le sanzioni statunitensi all'Iran, la Cina ha continuato a prendere petrolio iraniano, di solito spacciato per forniture da altri paesi, con i volumi in ingresso che pesano per circa il 7% delle importazioni totali di Pechino.
Le importazioni complessive di greggio dalla Cina sono aumentate di quasi il 12%, a maggio rispetto all’anno passato nello stesso periodo, ad totale di 10,8 milioni di barili giornalieri a fronte di una media di 10,3 milioni nel 2021.
La dogana ha riportato zero importazioni dal Venezuela; le importazioni dalla Malesia, spesso utilizzate come punto di trasferimento negli ultimi due anni per il petrolio originario di Iran e Venezuela, sono state pari a 2,2 milioni di tonnellate, stabili rispetto ad aprile ma più del doppio rispetto all'anno precedente.
Le importazioni dal Brasile sono diminuite del 19% rispetto all'anno precedente a 2,2 milioni di tonnellate, poiché le forniture dell'esportatore latinoamericano hanno dovuto affrontare la concorrenza più economica dei barili iraniani e russi.
Fonte Reuters