Nella sessione di ieri i prezzi dell’oro hanno evidenziato una certa debolezza in attesa della diffusione dei dati sull’inflazione statunitense che avverrà nel corso della settimana, uno stato di attesa indotto dalla necessità di avere una maggior certezza sulla tempistica dei futuri tagli ai tassi di interesse.
Il prezzo dell’oro è sceso di quasi il 5% rispetto al record storico di 2.449,89 dollari toccato il 20 maggio, in un rally che si è verificato in un contesto sfavorevole contraddistinto da dollaro forte e tassi elevati.
"L'oro si è sganciato dai suoi driver tradizionali proprio ora e i prezzi sono guidati dal sentiment in Cina tra i nuovi operatori che stanno assumendo posizioni ad alta leva finanziaria - ha affermato l'analista indipendente Ross Norman - Il problema per loro è che hanno spinto i prezzi al di sopra del livello in cui la maggior parte degli altri operatori vede un fair value e, quindi, l’oro si sta muovendo in un intervallo di negoziazione su volumi relativamente leggeri con una partecipazione modesta da parte degli investitori statunitensi ed europei.”
Martedì, in Cina, lo yuan ha toccato il punto più debole da metà novembre nei confronti del dollaro, sostenendo la domanda di oro da parte degli investitori locali che cercano una copertura contro il deprezzamento valutario: "La questione chiave è se l'Occidente aggiusta la sua percezione del valore equo del prezzo dell'oro verso l'alto e partecipa in modo più completo, oppure l'Oriente abbassa le sue aspettative sui prezzi al ribasso man mano che la gravità prende il sopravvento", ha aggiunto Norman.
In Occidente, gli operatori attendono le stime del prodotto interno lordo (PIL) del primo trimestre degli Stati Uniti previste per giovedì e il rapporto sull’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) di venerdì.
"Il potenziale di rialzo del prezzo dell'oro è limitato nel breve termine, poiché il primo taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti dovrebbe avvenire solo alla fine dell'anno", ha affermato in una nota la Commerzbank.
Nel frattempo, secondo il World Gold Council, la scorsa settimana gli Exchange Traded Funds (ETF) sull’oro garantiti fisicamente, una categoria cruciale della domanda, hanno visto afflussi di 212 milioni di dollari, ovvero 2,1 tonnellate. Si stima che i deflussi netti dall’inizio del 2024 siano pari a 7,3 miliardi di dollari.
Fonte Reuters