Bart Melek, responsabile strategia Commodities presso TD Securities, afferma che la Fed non si è mossa, in termini di politica monetaria, con l’aggressività attesa e che i tassi di interesse reali rappresentano un fattore trainante per l’oro. Melek ha spiegato che il mercato punta su un’inflazione elevata per un periodo di tempo più esteso del previsto, un contesto a cui la Fed avrebbe reagito in modo eccessivamente blando iniziando ad intervenire con eccessivo ritardo.
Melek ha osservato che nel primo trimestre l’oro ha reso una performance degna di nota e che anche il secondo trimestre potrebbe restituirci risultati abbastanza buoni. Tornando alla Fed, Melek ha spiegato che, se la banca centrale dovesse attenersi agli aumenti dei tassi evidenziati nel dot plot, si muoverebbe in un contesto contraddistinto da inflazione eccessivamente elevata e che qualsiasi cosa dovesse fare nei mesi successivi non sarebbe sufficiente.

Melek ha osservato che sarà possibile vedere l’oro nuovamente al di sopra dei 2000 dollari per oncia grazie all’utilizzo del metallo giallo come copertura contro l’inflazione. L’oro, continua Melek, ha performato molto meglio rispetto ai mercati azionari e che eventuali contrazioni di prezzo non sembrano destinate a protrarsi nel tempo, con eventuali interventi della Fed che potrebbero influenzare maggiormente le piazze azionarie.
Fonte KitcoNews