I tori stanno monitorando il mercato dell’oro e puntano ad un target di 3.000 dollari per oncia, un ambizioso traguardo che si staglia all’orizzonte alimentato dall'allentamento monetario delle principali banche centrali e da una serrata corsa alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: l’oro ha terminato la passata ottava in crescita di oltre l’1,5% a quota 2.610,7 dollari per oncia, prezzo che evidenzia un incremento del 24% su base annua, la miglior performance annuale dal 2020 ad oggi.
Grafico Tradingview
L'oro potrebbe raggiungere 3.000 dollari l'oncia entro la metà del 2025 guidato dai tagli dei tassi di interesse statunitensi, dalla forte domanda da parte di fondi negoziati in borsa e dalla domanda fisica over-the-counter, ha affermato Aakash Doshi, responsabile delle materie prime, Nord America presso Citi Research. La scorsa settimana, il World Gold Council ha dichiarato che i fondi negoziati in borsa globali con oro fisico hanno registrato un quarto mese consecutivo di afflussi ad agosto.
I mercati si attendono che con la prossima riunione della Federal Reserve (18 settembre 2024) arrivi anche il primo taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana: attualmente gli investitori vedono una probabilità del 55% per un taglio dei tassi di 25 punti base ed una probabilità del 45% per un taglio di 50 punti base (CME FedWatch).
Nel caso in cui i dati macroeconomici di prossima pubblicazione dovessero evidenziare rischi per la crescita o debolezza nel mercato del lavoro, allora aumenterebbe la probabilità di un taglio di 50 punti base nel mese di novembre o dicembre e questo, secondo alcuni analisti, aumenterebbe la possibilità del raggiungimento di quota 3.000 dollari per oncia.
I tagli dei tassi di interesse delle principali banche centrali sono in corso, con la Banca centrale europea che giovedì ha effettuato il suo secondo taglio di un quarto di punto dell’anno; gli analisti del World Gold Council sottolineano che stanno monitorando attentamente il mercato, soprattutto le elezioni USA che, creando incertezza, potrebbero aumentare l’appeal dell’oro nella veste di bene rifugio.
Le banche d'investimento e gli analisti sono diventati sempre più rialzisti sull'oro, con Goldman Sachs che mostra la massima fiducia nel rialzo a breve termine dell'oro, che rimane la sua copertura preferita contro i rischi geopolitici e finanziari.
Fonte Reuters