I problemi alla produzione che stanno riscontrando due dei più grandi terminal statunitensi dedicati alle esportazioni di GNL (gas naturale liquefatto) minacciano di ridurre le spedizioni proprio mentre la crisi energetica colpisce Europa ed Asia, dove gli acquirenti stanno disperatamente cercando di ricostruire le scorte esaurite prima dell’inverno.
Gli impianti di Freeport LNG stanno riscontrando un eccessivo accumulo di cera nelle condutture a causa dell’elevata quantità di gas inserita nelle stesse e, di conseguenza, le spedizioni di GNL dal terminal di esportazione del Texas saranno ridotte fino al mese di novembre (dichiarazioni rilasciate a Bloomberg da persone informate dei fatti che hanno richiesto l’anonimato; Freeport LNG rifiuta di commentare).
Situato a circa 60 miglia a sud di Houston, l'impianto di GNL è alimentato da gasdotti di proprietà dell'azienda che partono da alcune strutture di proprietà dell'azienda vicino alla città di Oyster Creek, secondo i documenti della Railroad Commission of Texas, ed i flussi di gas, secondo gli ultimi dati disponibili, hanno registrato un calo pari a quasi il 10%.
Nonostante i rallentamenti, la struttura sta ancora caricando ed esportando: una nave cisterna ha lasciato il terminal venerdì mattina con un carico destinato alla Polonia, secondo i registri di spedizione compilati da Bloomberg, mentre un altro vascello risulta ormeggiato presso il terminal ed altri tre sono in attesa nel Golfo del Messico.
Totalmente fuori uso un'unità di produzione nota come Train 3 presso il terminal di esportazione di Sabine Pass LNG di Cheniere Energy Inc. a causa di problemi meccanici, anche se la situazione, secondo persone informate sui fatti, non dovrebbe essere così grave come quella di Freeport.
Fonte Bloomberg