Il terminal norvegese di Nyhamna, dedicato alle esportazioni di natural gas, ha chiuso i battenti a causa di uno sciopero messo in atto dalle guardie di sicurezza: la contrazione, stando a quanto comunicato dai media, ammonta a circa 50 milioni di metri cubi al giorno.
A gestire il sito è la società Gassco, i cui vertici, sottolineando la possibilità di un aumento del prezzo del gas britannico, hanno affermato che la Gran Bretagna continuerà ad essere rifornita tramite una ridistribuzione dei flussi.
La Norvegia soddisfa circa il 22% della domanda annuale di gas dell'Europa attraverso la sua vasta rete di gasdotti in Gran Bretagna, Germania, Belgio e Francia.

Le esportazioni aggregate di gas attualmente si attestano a circa 287 milioni di metri cubi, come mostrano i dati in tempo reale di Gassco, in calo dai 330 milioni di metri cubi prima dell'inizio della chiusura.
L'Unione norvegese dei lavoratori generali (NAF) ha affermato separatamente che i recenti colloqui con i datori di lavoro non sono riusciti a produrre alcun progresso e hanno confermato che lo sciopero si era esteso: quasi 2.400 guardie di sicurezza organizzate dal sindacato sono attualmente in sciopero a livello nazionale, ed altri elementi si aggiungeranno a partire dal 1° dicembre.
Sebbene il governo norvegese possa invocare poteri di emergenza per porre fine ai conflitti sul posto di lavoro, è generalmente riluttante a farlo a meno che le vite o gli interessi nazionali non siano considerati a rischio.
Fonte Reuters