Anche se l’Europa sta riempiendo sempre più i siti dedicati allo stoccaggio delle scorte di gas naturale, l’inverno rimane una minaccia ed i governi, per forza di cose, dovranno essere pronti ad implementare il razionamento del prodotto mentre tentano di aumentare la fornitura di GNL al fine di favorire l’allontanamento dalla fornitura russa e, nel mentre, le famiglie continueranno ad essere messe a dura prova dal vertiginoso aumento dei prezzi che pesa sulle prospettive economiche dell’intero blocco.
L'Unione Europea mira a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027, ma Mosca ha già tagliato i flussi di gas verso Bulgaria, Polonia, Finlandia, il fornitore danese Orsted, l'azienda olandese Gasterra e Shell, per i suoi contratti tedeschi, a causa del rifiuto dei suddetti elementi di pagare il gas in rubli.
L’Europa, che dipende da Mosca per il 40% della fornitura di gas, mira a riempire i siti dedicati allo stoccaggio all’80% entro novembre, rispetto all’attuale 50%, al fine di soddisfare il picco di domanda invernale e, secondo molti analisti, si tratta di un progetto realizzabile anche a fronte della necessità di colmare la carenza di fornitura tramite l’acquisto di GNL, una necessità che diverrà ancor maggiore nel caso in cui la Russia dovesse decidere di tagliare i flussi verso altri clienti UE (attualmente Mosca afferma di adempiere appieno agli obblighi contrattuali e che non vi è la necessità di interrompere la fornitura ad altri acquirenti).

“Un arresto completo dei flussi russi sarebbe senza dubbio lo scenario peggiore per l’Europa. per questo inverno, poiché è improbabile che il continente sia in grado procurarsi una fornitura sufficiente da altri produttori per compensare un'interruzione così significativa dell’approvvigionamento" (Leon Izbicki, Energy Aspects).
Anche prima del conflitto in Ucraina, la domanda di gas in Europa si mostrava in forte aumento a causa del recupero post pandemia con il mercato del GNL già in fase di forte carenza di offerta.
I dati diffusi da Refinitiv evidenziano che l’UE ha aumentato le importazioni di GNL di circa il 58% nei primi cinque mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo nel 2021, un incremento determinato dall’espandersi della capacità produttiva e di esportazione degli USA i cui flussi verso l’Europa sono stati favoriti dall’aumento dei prezzi in loco.
Gli Stati Uniti, uno dei principali produttori di GNL, hanno promesso di aiutare l'Europa con più spedizioni, ma la capacità ricettiva del Vecchio Continente è limitata e, ora, Freeport LNG - che gestisce uno tra i più grandi impianti di esportazione degli USA - ha dichiarato che saranno necessari almeno 90 giorni per rimediare ai danni causati da una recente esplosione.
“Se l’Europa entrasse nella stagione invernale contando solamente sulla fornitura di GNL potrebbe andare incontro a problemi significativi”, spiega Evangeline Cookson, analista di ricerca e meteorologo presso Marex Spectron, in quanto la fornitura a mezzo gasdotto può essere incrementata velocemente, mentre le spedizioni di GNL possono richiedere settimane ed essere interrotte in caso di eccessivo maltempo (la National Oceanic Atmospheric Administration degli Stati Uniti ha affermato il mese scorso che c'era una probabilità del 65% di una stagione degli uragani atlantici superiore al normale).
La Germania, che storicamente ha fatto affidamento sulla Russia per circa la metà del proprio fabbisogno di gas, ha già lanciato piani per un sistema di vendita all'asta per aiutare a razionare il gas alle industrie ad alta intensità energetica in caso di interruzione delle forniture; la Francia ha adottato misure per limitare le forniture di gas ai grandi consumatori in caso di eventuali carenze; la Polonia, già tagliata fuori dal gas russo, ha aumentato le importazioni di GNL, ha aperto un collegamento per il gas con la Lituania a maggio e mira ad aprire quest'anno un nuovo gasdotto verso la Norvegia.
Il gas rappresenta oltre il 20% del consumo energetico dell'UE, riscalda le case, genera elettricità e viene utilizzato nella produzione di prodotti vitali come i fertilizzanti.
Fonte Reuters