Il gas naturale si presenta come la peggiore tra le cosiddette Top Commodities e, nella sessione di ieri, ha messo a segno la peggior performance in un mese: quanto avvenuto è attribuibile alle previsioni meteo, che indicano un clima mite e, di conseguenza, una possibile domanda a fini di riscaldamento altrettanto sotto tono.
Il contratto dicembre 2020 ha lasciato sul parterre il 10% - maggior calo giornaliero in otto settimane - attestandosi a 2,697 $/MMBtu, una price action in netto contrasto con quella delle principali materie prime che, grazie all’ottimismo in merito ad un vaccino contro il COVID 19, hanno terminato la session di inizio ottava in buon rialzo.

Nelle ultime settimane gli investitori hanno aumentato l’esposizione long sul gas naturale scommettendo proprio su un inverno rigido in grado di stimolare la richiesta di prodotto, una condizione che contribuirebbe ad alleviare il pesante eccesso di offerta tradottosi, nei mesi passati, in un crollo delle quotazioni ai livelli più bassi dell’ultimo decennio.
Nel mese di ottobre il gas naturale ha visto le quotazioni salire ai livelli più elevati in due anni, un movimento di prezzo indotto dalla contrazione della produzione e dalla richiesta record di prodotto da destinarsi all’export.
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