Gli USA sono pronti a porre fine alla pausa all’approvazione di nuove licenze per le esportazioni di GNL imposta dal presidente Joe Biden: il provvedimento fa parte di un più ampio progetto volto a fornire nuovi aiuti all’Ucraina, tuttavia, sarà necessario avere una visione completa del piano prima che i funzionari governativi prendano una decisione definitiva. Il presidente Biden, democratico, ha sospeso l’approvazione di nuove licenze nel mese di gennaio dopo le veementi proteste messe in atto dagli attivisti per il clima.
Il presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha suggerito che un’inversione di rotta sulle licenze potrebbe rendere più facile per il suo partito sostenere un nuovo pacchetto di aiuti per la lotta dell'Ucraina contro la Russia.

La Casa Bianca potrebbe accettare la proposta di buon grado, anche perché la sospensione in atto non impatta sulle esportazioni a breve termine, anche se, almeno per ora, i portavoce del governo USA non hanno espresso indicazioni in merito alle future decisioni.
La Russia è stata un grande fornitore di petrolio e gas per l’Europa, ma da quando Mosca ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022, l’Europa ha acquistato sempre più GNL statunitense.
Gli attivisti temono che l’aumento delle esportazioni di GNL possa danneggiare le comunità locali con l’inquinamento, vincolare la dipendenza globale dai combustibili fossili per decenni e portare a emissioni derivanti dalla combustione di gas e da perdite del potente gas serra, mentre i sostenitori del GNL ribattono che una pausa prolungata potrebbe ritorcersi contro le principali economie asiatiche che sarebbero costrette a ricorrere al carbone e che, al contempo, si complicherebbero gli sforzi dell’Europa nell’abbandonare le forniture russe.
Sia i repubblicani che i democratici affermano che il disegno di legge supplementare sulla sicurezza nazionale che include il pacchetto di aiuti all’Ucraina passerebbe alla Camera con circa il 70% dei voti, lo stesso margine bipartisan con cui una versione è passata al Senato a febbraio, ma Johnson, il cui partito ha una delle maggioranze alla Camera più piccole della storia, è sotto pressione da parte dell’ala di estrema destra del suo partito affinché si opponga agli aiuti all’Ucraina e finora ha bloccato il voto.
Il presidente è anche uno stretto alleato dell’ex presidente repubblicano Donald Trump, che si candida nuovamente alle elezioni presidenziali di quest’anno e ha suggerito che qualsiasi assistenza per l’Ucraina dovrebbe essere costituita da prestiti, non da sovvenzioni.
La revoca della pausa sul GNL allevierebbe parte di tale pressione facendo appello ai repubblicani degli stati produttori di energia.
Anche alcuni democratici al Senato degli Stati Uniti provenienti dagli stati produttori di gas hanno espresso preoccupazione per la pausa sul GNL, tra cui i senatori della Pennsylvania Bob Casey e John Fetterman e il senatore del Colorado Michael Bennet.
Porre fine alla pausa è una delle poche proposte che Johnson ha suggerito potrebbero essere aggiunte a una nuova versione del disegno di legge. Sta anche valutando la possibilità di aggiungere il “REPO Act”, una legislazione che aiuterebbe a preparare il terreno per la confisca dei beni russi da parte degli Stati Uniti e la loro consegna all’Ucraina per la ricostruzione.
Fonte Reuters