I prezzi del gas in Europa sono stati oggetto di un brusco rialzo, nella sessione di ieri, dopo che il colosso russo Gazprom ha dichiarato che avrebbe ridotto la fornitura di prodotto transitante attraverso il gasdotto Nord Stream 1 al 20% della capacità totale, una riduzione, spiegano i vertici della società, imputabile alla necessità di effettuare ulteriori operazioni di manutenzione; i prezzi del gas (piazza europea) hanno terminato la sessione di lunedì 25 luglio 2022 in rialzo di oltre il 10% a 176,6 EUR/mwh.
Grafico Gas Europa by Tradingview
La motivazione tecnica della riduzione dei flussi non è stata avallata dai tecnici della Germania, che affermano che non è presente nessun elemento tecnico in grado di motivare tale contrazione dei volumi in transito attraverso il gasdotto che, lo ricordiamo, possiede una capacità di trasporto pari a 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno e si propone come il più grande sistema di trasporto del gas russo verso l’Europa.
I rappresentati del mondo politico europeo hanno affermato di temere un’interruzione completa dei flussi di gas russo verso l’Europa nel corso dell’inverno, un evento che spingerebbe la Germania in recessione e che graverebbe sui consumatori già alle prese con prezzi dell’energia e degli alimenti particolarmente elevati; nella passata settimana la Germania è stata costretta a varare un piano di salvataggio da 15 miliardi di dollari per Uniper, la società locale che si propone come il maggior importatore di gas russo.
Il presidente russo Vladimir Putin aveva messo in guardia l’Europa da quanto sta accadendo sottolineando come le sanzioni si sarebbero tradotte in forti aumenti dei prezzi dell'energia per i consumatori di tutto il mondo.
La Russia aveva già ridotto i flussi attraverso il Nord Stream 1 al 40% della capacità a giugno citando, anche in quell’occasione, problemi tecnici, per poi chiudere del tutto l’oleodotto nel corso di questo mese riavviando poi i flussi al 40% della capacità totale.
Il Cremlino ha affermato in precedenza che Mosca non era interessata a una completa interruzione delle forniture di gas russo all’Europa, con quest’ultima che sta tentando con ogni mezzo di ripristinate le scorte di gas in vista dell’inverno.
L'interruzione ha aumentato il rischio di razionamento del gas nel continente, con l'Unione Europea che la scorsa settimana ha proposto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% tra agosto e marzo.
La Russia è il secondo esportatore mondiale di petrolio dopo l'Arabia Saudita e il più grande esportatore mondiale di gas naturale. L'Europa importa circa il 40% del suo gas e il 30% del suo petrolio dalla Russia.
Fonte Reuters