I prezzi dell'elettricità in Italia sono i più alti tra le principali economie europee, a causa di una dipendenza duratura dai combustibili fossili per la produzione di energia nonostante la crescita della produzione di energia rinnovabile; il think tank Ember ha affermato che prezzi all'ingrosso dell'elettricità in Italia sono stati in media di circa 100 euro per megawattora (MWh) nel corso del 2024, contro i 69 euro della Germania ed i 50 euro della Spagna.
L'elevata dipendenza dai combustibili fossili per la produzione di elettricità è il principale fattore alla base degli elevati costi energetici dell’Italia: nel 2023 il 55% dell’energia prodotta in Italia derivava dall’utilizzo di combustibili fossili, contro il 45% della Germania, il 39% del Regno Unito ed il 25% della Spagna; in media la produzione di energia dell’Europa tramite l’utilizzo di combustibili fossili ammonta al 41%.
Nel 2024 le aziende elettriche italiane sono riuscite a portare la produzione di energia pulita a un nuovo record e hanno ridotto la quota di combustibili fossili nella produzione di elettricità al 47%, tuttavia, tale quota di produzione di combustibili fossili supera ancora quella delle economie rivali, con l'Europa nel suo complesso che ha registrato una quota media di combustibili fossili del 37% quest'anno e la Germania una quota del 40%.
Le previsioni
Si prevede che la quota di produzione di combustibili fossili in Italia aumenterà nel resto dell'anno con il calo della produzione di energia pulita. L'aumento della produzione di energia pulita in Italia, nel 2024, è stato sostenuto da un aumento del 45% nella produzione di energia idroelettrica e da un aumento del 18% della produzione solare.
Insieme a un aumento del 2% della produzione eolica, la maggiore produzione idroelettrica e solare ha contribuito ad aumentare la produzione totale di energia pulita del 20% da gennaio ad agosto rispetto agli stessi mesi del 2023.
In totale, la produzione di energia pulita in Italia ha raggiunto un record di 88 terawattora (TWh) durante il periodo da gennaio ad agosto, rispetto ai 73,4 TWh degli stessi mesi del 2023, tuttavia, sia la produzione idroelettrica che quella solare raggiungono il picco durante l'estate in Italia, per poi scendere costantemente nel resto dell'anno, man mano che i livelli di scioglimento della neve diminuiscono e la riduzione della luce solare impatta sulla produzione; questo significa che anche la produzione totale di energia pulita diminuirà e probabilmente stimolerà una ripresa della produzione alimentata da combustibili fossili mentre ci dirigiamo verso l'inverno e la principale stagione di riscaldamento del Paese.
Gas e prezzi
Le aziende elettriche italiane si affidano principalmente al gas naturale per la produzione di energia, con circa il 45% della produzione di elettricità proveniente da impianti a gas nel 2023.
Al contrario, i produttori di energia elettrica tedeschi si sono affidati al gas naturale solo per generare circa il 15% di elettricità lo scorso anno, mentre la media per l'Europa nel suo complesso è stata del 24% e, inoltre, oltre il 95% del gas italiano proviene dalle importazioni a causa della produzione nazionale di gas in costante calo. Una dipendenza così elevata dal gas importato significa che le aziende elettriche italiane sono state alla mercé dei mercati internazionali del gas per la quota maggiore dei loro combustibili per la produzione di energia e non dobbiamo dimenticare che il governo italiano ha scelto di sostituire le forniture di gas dalla Russia, sanzionata dagli stati membri dell'Unione Europea a seguito dell’invasione dell'Ucraina nel 2022, con acquisti da altri fornitori. L’abbandono della Russia, un tempo principale fornitore di gas dell’Italia, ha messo a dura prova i flussi del mercato del gas in tutta Europa e ha aumentato i prezzi complessivi del gas; l'Italia ha colmato una quota crescente del suo divario di fornitura di gas con importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), che è notevolmente più costoso del gas fornito tramite gasdotto.
Grafico Tradingview
Trasferimento dei costi
Gran parte dei costi più elevati delle importazioni di gas sono stati trasferiti ai consumatori italiani sotto forma di costi all'ingrosso più elevati dell'elettricità.
Il governo italiano ha cercato di attutire il colpo dei prezzi più elevati dell'energia abbassando le imposte sulle vendite e fornendo sussidi per la creazione di capacità di generazione di energia rinnovabile ma, con le utility impegnate in aumenti aggressivi della capacità di energia rinnovabile come parte di un nuovo decreto sulla sicurezza energetica approvato lo scorso anno, le famiglie hanno sopportato il peso dell'impatto del costo più elevato delle importazioni di energia e, con i fornitori di energia destinati ad affrontare elevati costi di capitale mentre costruiscono nuovi asset di produzione di energia pulita, le utility non sono in grado di tagliare i prezzi per le famiglie in tempi brevi: questo significa che i consumatori di energia italiani sembrano destinati a continuare a pagare tra le tariffe più alte in Europa per la loro energia e la loro elettricità per il prossimo futuro.
Fonte Reuters