Il mercato delle materie prime si trova sulla soglia di un cambiamento significativo, che ricorda il periodo di trasformazione a cui si è assistito nel 2016: a parlare è Willem Middelkoop, presidente del Commodity Discovery Fund che, nella sua analisi diffusa da KitcoNews, traccia paralleli con i primi mesi del 2016, un periodo che ha segnato la fine di un prolungato mercato ribassista delle materie prime, seguito da un'improvvisa e robusta ripresa del mercato.
“Sembra di essere a gennaio 2016 - spiega Middelkoop - siamo arrivati alla fine di un lunghissimo mercato ribassista... E poi a metà mese, il mercato è cambiato senza alcuna novità e gli acquisti sono tornati”. La ripresa nel 2016 è stata attribuita a vari fattori, tra cui la stabilizzazione dell’economia cinese e un rimbalzo dei prezzi del petrolio, che collettivamente hanno contribuito all’impennata delle materie prime e Middelkoop suggerisce che nel 2024, modelli simili, insieme a carenze emergenti in vari mercati, potrebbero segnalare l’inizio di una nuova era rialzista per le materie prime.
L’impennata di oro ed argento
Il mercato dei metalli preziosi, in particolare oro e argento, è sull’orlo di un grande breakout, influenzato da fattori come l’indebolimento del dollaro e i cambiamenti geopolitici e, inoltre, Middelkoop evidenzia la manipolazione e la gestione di questi mercati, un fenomeno con precedenti storici come il London Gold Pool negli anni ’60 o gli interventi più recenti delle banche centrali.
“A che punto siamo con l’oro e l’argento? Molti di questi mercati vengono gestiti o manipolati - spiega Middelkoop - guardate l’oro in yen: si tratta di un mercato in forte rialzo ed il rialzo finale sarà quello dell’oro in dollari”. Questa manipolazione mira a stabilizzare le economie e le valute nazionali, ma spesso porta a significative correzioni del mercato quando tali controlli vacillano. La previsione di Middelkoop di una rottura dei prezzi dell'oro in USD suggerisce un momento cruciale per gli investitori in questi metalli.
Arabia Saudita
La decisione dell’Arabia Saudita di aderire al consorzio BRICS segna un cambiamento significativo nelle alleanze economiche globali, con un potenziale impatto sul sistema del petrodollaro istituito negli anni ’70. Questo sistema, in cui gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita hanno concordato di fissare il prezzo del petrolio in dollari USA, è stato una pietra angolare del dominio del dollaro nel commercio internazionale.
Middelkoop sottolinea il significato storico di questo cambiamento: "È molto significativo che i sauditi abbiano deciso di aderire ai BRICS il 1° gennaio di quest'anno. Perché è così significativo? Perché l'Arabia Saudita era l'ancora del sistema del dollaro a causa dell'accordo sul petrodollaro statunitense da parte di 1974. E ora i sauditi si sono spostati verso est. Questa mossa dell’Arabia Saudita potrebbe erodere l’egemonia del dollaro, incoraggiando un’economia mondiale multipolare e potenzialmente alterando il panorama del commercio di materie prime e delle politiche economiche globali”.
Fonte KitcoNews