Gli analisti di Goldman Sachs indicano una probabilità del 30% che l’economia statunitense precipiti in recessione nel corso del 2023: si tratta di un netto aumento rispetto alla precedente stima che indicava una probabilità di un evento di questo tipo pari al 15%; a determinare la revisione al rialzo della stima il contesto attuale contraddistinto da inflazione a livelli record e da un quadro macroeconomico indebolito dal conflitto tra Russia ed Ucraina.
La revisione è stata messa in atto dopo che la Federal Reserve ha lanciato il più grande aumento dei tassi di interesse dal 1994 al fine di contenere il forte aumento dell’inflazione, una misura messa in atto anche da altre banche centrali che hanno adottato misure altrettanto aggressive.
Goldman Sachs ha anche declassato le sue stime del PIL statunitense al di sotto del consenso per i prossimi due anni, una revisione a ribasso che riflette la brusca frenata dell’economia.
"La Fed ha anticipato i rialzi dei tassi in modo più aggressivo, le aspettative sui tassi finali sono aumentate e le condizioni finanziarie si sono ulteriormente inasprite e ora implicano un freno sostanzialmente maggiore sulla crescita, un po' più di quanto pensiamo sia necessario” (dichiarazione rilasciata dagli economisti di Goldman Sachs).
Goldman Sachs prevede una probabilità condizionale del 25% che gli Stati Uniti entrino in una recessione nel 2024 nel caso in cui l’evento non dovesse verificarsi nel 2023, aggiungendo che ciò significa che c'è una probabilità cumulativa del 48% di una recessione nei prossimi due anni rispetto alla sua precedente previsione di 35%: “Siamo sempre più preoccupati che la Fed si sentirà in dovere di rispondere con forza all'inflazione primaria elevata e alle aspettative di inflazione dei consumatori se i prezzi dell'energia aumenteranno ulteriormente, anche se l'attività rallenta bruscamente”, conclude lo staff dell’istituto di credito.
Fonte KitcoNews