La notizia è giunta a mercato nella giornata di mercoledì: la Commissione Europea ha proposto di ridurre sensibilmente le sovvenzioni agricole lasciando maggiore possibilità agli stati membri nella gestione della PAC (Politica Agricola Comune) adottata dal blocco: l’intervento della Commissione ha subito innescato fortissime critiche soprattutto da parte della Francia che ha definito un tale intervento totalmente impensabile.
La proposta avanzata dalla Commissione fa parte di una nuova pianificazione del budget pluriennale UE, un piano che sicuramente è destinato a scatenare aspre discussioni tra gli stati membri nel tentativo di colmare il deficit di finanziamenti derivante dall’allontanamento del Regno unito dal blocco.
Nel tentativo di ridurre i costi promuovendo politiche alternative i coltivatori vedranno ridotti i finanziamenti a 365 miliardi di Euro tra il 2021 ed il 2027 (5% rispetto al valore attuale degli stessi).
“Il taglio complessivo del 5% applicato alla PAC è un risultato che ritengo equo per gli agricoltori, soprattutto se consideriamo la sfida da 12 miliardi di Euro che implica la Brexit” (Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale).
La Francia, che di fatto è la nazione che maggiormente beneficia della PAC, ha definito “inaccettabile” la proposta ed ha sottolineato che rappresenta solamente un punto di partenza per futuri negoziati.
“Questa proposta rappresenta un rischio senza precedenti per la redditività delle aziende agricole ed incide direttamente sui redditi dei coltivatori per i quali gli aiuti diretti sono una vera e propria rete di sicurezza essenziale. La Francia non può accettare nessuna proposta che implichi un calo di reddito per i coltivatori locali” (Stephane Travert, ministro dell’agricoltura francese).
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