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Rame, l’alert delle industrie: senza nuove estrazioni cadremo in una carenza di offerta



La Redazione Articolo pubblicato il 21/04/2023 10:00:00
"Non c'è modo per il mondo di rispettare i termini dell'accordo sul clima di Parigi se non abbiamo un aumento della fornitura di rame e altri metalli”: questo è quanto afferma Joshua Meyer, funzionario di alto livello presso FLSmidth

 

Il mondo intero chiede sempre più rame al fine di costruire dispositivi elettronici e proprio questa richiesta è pronta a superare l’offerta nel corso del prossimo decennio mettendo in pericolo il raggiungimento degli obiettivi climatici a meno che non venga aperto un cospicuo numero di nuove miniere.   La previsione, diffusa durante la World Copper Conference, mette a nudo la crescente tensione su dove e come il mondo può procurarsi i metalli per la transizione energetica verde, compreso il rame, uno dei migliori metalli conduttori elettrici ampiamente utilizzato nei motori, nelle batterie e nei cablaggi, un punto di vista confermato anche da Jeremy Weir, CEO del colosso Trafigura.

Le stime indicano che, entro il 2035, l’offerta globale aumenterà del 26% ad un totale di 38,5 milioni di tonnellate ma, nonostante questo incremento, rimarrà inferiore alla domanda per l’1,7% anche in presenza di n aumento delle attività di recupero dei materiali utilizzati in precedenza /dat con fonte International Copper Association, ICA).

"Non c'è modo per il mondo di rispettare i termini dell'accordo sul clima di Parigi se non abbiamo un aumento della fornitura di rame e altri metalli”: questo è quanto afferma Joshua Meyer, funzionario di alto livello presso FLSmidth, riferendosi all'accordo sul clima che mira a limitare le emissioni di gas serra mantenendo l'aumento della temperatura globale al di sotto di 2 gradi Celsius in questo secolo.

Il tasso di approvazione di nuove miniere è sceso ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni: questo è quanto affermano gli analisti di Goldman Sachs sottolineando come si tratti di un pessimo segnale, in quanto una miniera, in media, necessita di un periodo compreso tra 10 e 20 anni per essere prima approvata e poi realizzata;  Goldman prevede che l'aumento della domanda di rame spingerà i prezzi a 15000 dollari la tonnellata entro il 2025, il 67% sopra i livelli attuali.  Gran parte della nuova domanda dovrebbe provenire dai veicoli elettrici, costruiti con molto più rame rispetto ai motori a combustione interna ma, senza abbastanza rame, i produttori di auto elettriche potrebbero addirittura passare all'alluminio, avvertono gli analisti, con quest’ultimo che risulta si più economico, ma privo di alcune caratteristiche estremamente rilevanti come una elevata capacità di condurre energia elettrica; in queste condizioni potrebbe essere un'alternativa accettabile in alcune applicazioni, incluso il cablaggio per turbine eoliche offshore e alcuni veicoli elettrici, ha affermato l’ICA.

“La domanda di rame è presente - spiega Rag Udd di BHP Group - quell che penso è che sia la mancanza di offerta ad avere un impatto su di essa: in assenza di fornitura gli utilizzatori passeranno alla sostituzione”: l’opinione di Udd è condivisa anche da Charles Johnson, CEO del gruppo commerciale Aluminium Association che, in una recente intervista, ha dichiarato che in questo mercato l’industria dell’alluminio ha una enorme opportunità di crescita.

Gli industriali di settore hanno affermato che l’estrazione mineraria ha una pessima reputazione a causa delle numerose carenze un materia di sicurezza e questo causa una grande lentezza nell’approvazione di nuovi progetti e, nonostante il riutilizzo sia in crescita, sempre i dirigenti delle società hanno spiegato che una “economia circolare” dove si sfrutti quasi del tutto del materiale riciclato non è una ipotesi imminente, in quanto, anche supponendo di riciclare tutto il materiale disponibile, non si arriverebbe al punto di soddisfare la richiesta.

 

Fonte Reuters

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