Il mix composto da dollaro USA forte e prezzi delle commodities elevati aumenta in modo significativo il rischio di stagflazione globale: questo è quanto afferma la Bank for International Settlements (BIS) nel più recente report trimestrale: “L'aumento dei prezzi delle materie prime e l'apprezzamento del dollaro aumentano ciascuno il rischio di una crescita debole insieme a un'elevata inflazione nelle economie importatrici di materie prime, vale a dire il rischio di stagflazione - spiega la BIS nel report - la combinazione in oggetto rappresenta un allontanamento dal modello storico ed aumenta il rischio di stagflazione globale”. Il report, inoltre, sottolinea come i mercati emergenti siano i più colpiti da questa situazione, in quanto le EMEs sono contraddistinte da un maggior consumo di materie prime e da una maggior esposizione alle oscillazioni delle condizioni finanziarie globali.

Per giungere a questa conclusione, la BIS ha analizzato i dati trimestrali di 22 economie importatrici di materie prime negli ultimi tre decenni e questo è particolarmente importante dato che i prezzi delle materie prime sono aumentati nel contesto post-COVID, mentre il dollaro USA si è rafforzato sulla scia degli aggressivi aumenti dei tassi della Federal Reserve: "Gli aumenti dei prezzi delle materie prime tendono ad alimentare l'inflazione e a soffocare la crescita nelle economie importatrici di materie prime, mentre l'apprezzamento del dollaro tende ad avere effetti simili al di fuori degli Stati Uniti, specialmente nelle EMEs - si legge nel report - pertanto, la confluenza di tali sviluppi negli ultimi due anni ha notevolmente aumentato il rischio di stagflazione, vale a dire che una crescita debole coinciderà con un'inflazione elevata”.
Prezzi delle materie prime più elevati portano ad aumenti del costo della vita e della produzione ed una inflazione elevata potrebbe una risposta in termini di politica monetaria in grado di smorzare l’economia reale e, visto che le materie prime sono molto sovente scambiate in dollari USA, quando il biglietto verde sale, secondo il rapporto, il problema della stagflazione si aggrava.
La BIS ha aggiunto che l'aumento dei prezzi delle materie prime erode anche la capacità di rimborso del debito e potrebbe portare a condizioni finanziarie più rigide: “Una correlazione positiva duratura tra i prezzi delle materie prime e il tasso di cambio del dollaro implicherebbe maggiori sfide per le politiche di stabilità macrofinanziaria in futuro. Potrebbe portare a una maggiore volatilità macroeconomica e compromessi più difficili tra inflazione e stabilizzazione della produzione”.
Il report BIS si conclude con una nota in merito all’operatività delle banche centrali: “Le banche centrali sono state molto chiare sulla priorità di portare a termine il lavoro e di essere caute nel dichiarare vittoria troppo presto - afferma la BIS - e questo atteggiamento cauto è appropriato”.
Fonte Reuters