Nella sessione di lunedì 15 febbraio i prezzi del platino hanno superato, per la prima volta in sei anni, al di sopra dei 1300 dollari per oncia, con gli investitori che scommettono su un ritorno della domanda industriale e su una riduzione dell’offerta diretta conseguenza di norme ambientali sempre più stringenti.
La questione ambientale è anche il fulcro dell’analisi di Margaret Yang, strategist presso DailyFX, che spiega come le normative più severe costringeranno le aziende automobilistiche ad utilizzare una maggior quantità di platino nella fabbricazione di convertitori catalitici.
Nel 2021 il platino ha messo a segno un rialzo del 21% riducendo la distanza con il palladio, protagonista del mercato dei metalli preziosi nel corso degli ultimi due anni; al termine della sessione di lunedì 15 febbraio il platino scambiava a quota 1313,7 dollari per oncia.

“A partire dal mese di novembre 2020 il platino ha ampiamente sovraperformato l’oro - afferma Yang - poiché le speranze di reflazione e una prevista ripresa delle vendite globali di auto hanno reso maggiormente attraenti le prospettive della domanda per il metallo bianco”.
Dopo anni trascorsi all’insegna dell’eccesso di offerta la pandemia di covid 19 ha interrotto la produzione in numerose miniere del Sud Africa trasformando il precedente surplus in un deficit di 400000 once nel 2020 ed anche se l’eccesso di offerta tornasse a presentarsi nel 2021 le interruzioni in alcuni siti di raffinazione rendono decisamente migliori le prospettive per il metallo nel breve termine.
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