Il petrolio WTI ha terminato la passata ottava in calo di oltre il 3,5% a quota 75,5 dollari per barile con gli investitori che dubitano delle possibilità di crescita della domanda di oro nero della Cina, principale importatore mondiale.
Giovedì, i dati dalla Cina hanno mostrato che la sua economia ha perso slancio a luglio, con i prezzi delle nuove case in calo al ritmo più rapido in nove anni, la produzione industriale in rallentamento e la disoccupazione in aumento: questi elementi hanno alimentato le preoccupazioni tra i trader per un crollo della domanda dal principale importatore di petrolio, dove le raffinerie hanno tagliato drasticamente i tassi di lavorazione del greggio il mese scorso a causa della tiepida domanda di carburante.
Grafico Tradingview
La possibile debolezza della richiesta cinese è stata oggetto anche delle attenzioni dell’OPEC che, all’inizio della passata settimana, ha dichiarato di aver rivisto a ribasso le previsioni per la crescita della domanda di petrolio di quest'anno, citando la debolezza in Cina. Anche l'Agenzia internazionale per l’energia, il giorno dopo, ha citato la debole domanda in Cina quando ha tagliato le sue previsioni per il 2025: "È stata una settimana volatile nei mercati petroliferi: da un lato si temevano interruzioni dell'approvvigionamento dovute a una guerra più ampia in Medio Oriente, ma dall'altro il rallentamento della crescita in Cina ha costretto a rivedere le previsioni della domanda", ha affermato Andrew Lipow, presidente della società di consulenza energetica Lipow Oil Associates.
I future sul petrolio si sono ripresi all'inizio della settimana, mentre i trader si preparavano alla rappresaglia dell'Iran contro Israele per l'uccisione di un leader di Hamas a Teheran il mese scorso, ma parte di quel rischio è stato scontato perché l'Iran non ha ancora colpito, hanno scritto venerdì gli analisti di Commerzbank Research, una opinione condivisa anche da altri operatori di settore che sottolineano come, almeno sino ad ora, le interruzioni dell’offerta siano solamente teoriche, ragion per cui il mercato rimane focalizzato sullo stato della domanda.
Fonte Reuters