Il dollaro canadese, divisa correlata positivamente con il prezzo del petrolio, ha cominciato la giornata di martedì 31 maggio molto debole contro tutte le altre valute.
Questo succede, molto spesso, quando il prezzo del petrolio è in discesa. E stranamente, non lo era. Anzi, nel primo pomeriggio (ora italiana, nella mattina americana), il petrolio partiva con un rally rialzista, che avrà fatto felici gli intraday trader dal click facile e veloce. Perché, effettivamente, bisognava essere veloci per entrare nel rally, che è stato rapido come vuole la tradizione di volatilità del crude oil.
Il disegno grafico è stato quasi perfetto, con un doppio massimo di breve pennellato subito sopra 50 dollari il barile. Nessuna reazione tangibile del dollaro canadese che continuava il suo trend latero-ribassista. Evidentemente, qualche cosa non quadrava.
Le borse americane erano partite, nel frattempo, orientate al rialzo, o, comunque sui massimi. Sentendo alcuni colleghi americani, in prossimità dell’apertura, erano tutti rialzisti ed ottimisti. L’S&P500, e in genere le borse americane, hanno dimostrato e ribadito nelle ultime settimane una forte correlazione con il petrolio. Sotto un certo livello di prezzo del petrolio, la correlazione diventa fortissima, perché per una parte dell’economia americana un prezzo del petrolio più alto di quello attuale, può significare la differenza fra vivere o morire.
Ma le borse americane hanno durato solo pochi minuti a resistere sui massimi e hanno cominciato a scendere. Il petrolio però saliva ancora e manteneva il range su massimi fino alle 19 circa, ora italiana. Alle 21 il prezzo era sotto i 49 dollari, mentre l’S&P500 batteva il minimo di giornata poco sopra 2086, con una perdita di circa 15 punti. Il dollaro canadese sprofondava contro tutti perdendo all’incirca l’uno per cento: aveva fatto da leading indicator.