I tagli alla produzione OPEC+ ed un rallentamento marcato nel tasso operativo delle raffinerie stanno determinando la progressiva normalizzazione delle scorte statunitensi di petrolio in un contesto che vede il mercato petrolifero dirigersi verso un riequilibrio, ma, questa medaglia, come tutte, del resto, ha anche un rovescio poco gradevole, rappresentato, in questo caso, dal permanere delle scorte di greggio e distillati al di sopra della media quinquennale di riferimento, con le raffinerie che dovranno per forza di cose mantenere un approccio disciplinato almeno fino a marzo al fine di evitare pressioni a ribasso sui prezzi.
I dati diffusi dalla Energy Information Administration nella passata settimana mostrano che le scorte di greggio e distillati sono diminuite di 11 milioni di barili nella passata ottava e di 96 milioni di barili nelle ultime 16 settimane, ma rimangono superiori del 7% rispetto alla media quinquennale, seppur in forte calo rispetto al +14% di metà luglio; le scorte commerciali di petrolio sono diminuite in 15 delle ultime 16 settimane, un elemento che evidenzia la presenza di un mercato scarsamente fornito.

La carenza di offerta sta gradualmente invertendo la precedente sovrapproduzione e, nel caso in cui il tasso di drenaggio attuale delle scorte dovesse mantenersi inalterato, la Energy Information Administration prevede un ritorno a ridosso della media quinquennale verso la fine di febbraio 2021, ma questo impone che la seconda ondata di coronavirus, e le conseguenti restrizioni, non abbiano un ulteriore impatto negativo sul consumo di greggio nei prossimi mesi.
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