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Petrolio: la riapertura della Cina favorirà i prezzi. Ne siete davvero certi?



La Redazione Articolo pubblicato il 11/01/2023 09:00:00
Un'altra domanda da porsi è dove la Cina si procura l’oro nero di cui necessita, soprattutto ora che il petrolio russo è in gran parte disconnesso dai mercati globali a causa del price cap imposto dai paesi G7 e dall’embargo dell’Unione Europea

 

È opinione comune che la riapertura della Cina dopo le pesanti restrizioni introdotte dal governo al fine di contenere il covid 19 sarà un elemento in grado di indurre un rialzo nelle quotazioni del petrolio, ma il problema che risiede in questa teoria - che rimane comunque sensata - ed in molte altre come questa è che non tengono conto della miriade di altri fattori in gioco nel più grande importatore mondiale di greggio.

Alcuni di questi fattori sono effettivamente rialzisti, ma altri non lo sono affatto ed il messaggio che dobbiamo ricordare è che la domanda cinese di petrolio potrebbe non essere così depressa come pensiamo.  Tra gli elementi che dobbiamo tenere in considerazione, a proposito di quest’ultima affermazione, troviamo la concessione di una nuova tornata di quote di importazioni di petrolio nel 2023, quote superiori del 20% rispetto a quelle concesse nello stesso periodo dell’anno passato; secondo un documento del ministero del Commercio visionato da Reuters a 44 raffinerie per lo più indipendenti sono state assegnate 111,82 milioni di tonnellate di quote di importazione, che si aggiungono a un primo round di 20 milioni di tonnellate di quote del 2023 concesse nell'ottobre dello scorso anno: la teoria è che alle raffinerie viene consentito di importare più greggio per soddisfare qualsiasi aumento della domanda interna di carburante, ma soprattutto, per consentire loro di aumentare le esportazioni di combustibili raffinati.

L'aumento delle esportazioni di prodotti è in qualche modo un facile stimolo economico per Pechino, in quanto consente alle raffinerie di acquisire alcuni dei forti margini per i carburanti raffinati in Asia e nel resto del mondo, in particolare per il diesel; la Cina ha già aumentato le quote di esportazione per i prodotti raffinati, con 18,99 milioni di tonnellate già emesse, in aumento del 46% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

A questo punto la domanda è una sola: l’aumento delle importazioni di petrolio della Cina è davvero un elemento rialzista se la maggior parte dei volumi extra viene esportata sotto forma di combustibili raffinati?  La risposta è che mentre qualsiasi aumento delle importazioni cinesi di petrolio greggio può far salire i prezzi, un corrispondente aumento delle esportazioni di carburante può indebolire i margini di raffinazione regionali e, se i margini per le raffinerie al di fuori della Cina diminuiscono, è possibile che il tutto si traduca in una riduzione dei tassi di lavorazione con un conseguente calo della richiesta di greggio.

 

Russia e Petrolio

Un'altra domanda da porsi è dove la Cina si procura l’oro nero di cui necessita, soprattutto ora che il petrolio russo è in gran parte disconnesso dai mercati globali a causa del price cap imposto dai paesi G7 e dall’embargo dell’Unione Europea e, a questo punto, se le raffinerie indipendenti cinesi aumentano le acquisizioni di greggio russo, il vento soffierà ancora a favore di WTI e Brent?  

Le importazioni cinesi di greggio per dicembre sono state valutate da Refinitiv Oil Research a 10,93 milioni di barili al giorno, in calo rispetto agli 11,42 milioni di barili al giorno di novembre, ma in aumento rispetto ai 10,20 milioni di barili al giorno di ottobre.  L'Arabia Saudita ha riguadagnato il primo posto tra i fornitori con 1,85 milioni di barili al giorno a dicembre, scalzando la Russia, che ha fornito 1,51 milioni di barili al giorno.  La Russia e l'Arabia Saudita si sono unite come il più grande fornitore della Cina dalla metà dello scorso anno, quando le raffinerie cinesi hanno aumentato gli acquisti dalla Russia tra forti sconti mentre gli acquirenti occidentali hanno evitato il suo petrolio dopo l'invasione dell’Ucraina.  La Cina ha la capacità di aumentare le importazioni di greggio russo, anche dai lontani porti occidentali del paese, dato il suo accesso alle petroliere. Ciò significa che le raffinerie indipendenti possono utilizzare le loro quote di importazione per acquistare carichi russi più economici, piuttosto che affidarsi a fornitori tradizionali in Medio Oriente, Africa e Americhe.

 

Importazioni in ripresa?

Di rilievo è anche il fatto che, conti alla mano, ci sono poche prove che le importazioni cinesi di greggio si stiano riprendendo: mentre nel mese di novembre si è notata una certa forza, lo stesso non si può dire per il mese di dicembre ed anche gennaio non sembra riservare particolari sorprese, con Refinitiv che prevede che i volumi trasportati via mare saranno inferiori rispetto a dicembre a causa dei segnali di un settore manifatturiero più debole.  Naturalmente, il petrolio fisico viene generalmente acquistato con diversi mesi di anticipo rispetto alla consegna effettiva, e finora i trader non hanno segnalato un aumento della domanda da parte delle raffinerie cinesi.  Molto dipenderà dai prezzi, in quanto la Cina in passato ha mostrato la volontà di utilizzare scorte commerciali e strategiche per ridurre le importazioni, anche se queste mosse non vengono discusse pubblicamente (la Cina non rivela le sue scorte, ma probabilmente ha aggiunto alle scorte nel 2022 anche se le importazioni totali di greggio sono diminuite).  

Una stima del petrolio che affluisce allo stoccaggio può essere fatta sottraendo il volume di greggio lavorato dalla quantità disponibile dalle importazioni e dalla produzione interna: nei primi 11 mesi dello scorso anno questo è stato di circa 700.000 barili al giorno, il che significa che le raffinerie cinesi hanno probabilmente la possibilità di attingere alle scorte se ritengono che i prezzi del greggio siano aumentati troppo.  La domanda cinese di greggio non è necessariamente una strada rialzista a senso unico, anche se la riapertura da COVID-19 è un successo, piuttosto, ciò che è importante è l'interazione tra importazioni di greggio, creazione di scorte, prezzi ed esportazioni di combustibili raffinati, per non parlare dello stato più ampio dell'economia cinese e globale.

 

Fonte Reuters

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