In quello che è solamente l’ultimo di una lunga serie di scontri il segretario generale dell’OPEC Haitham Al Ghais ha accusato l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) di diffamare l’industria del petrolio e del gas; nel dettaglio, Al Ghais si riferiva a una nota pubblicata dalla IEA nella passata settimana in cui si afferma che l’industria dei combustibili fossili sta affrontando un momento della verità in cui i produttori devono scegliere tra l’aggravarsi della crisi climatica o il passaggio all’energia pulita: "Ciò presenta un quadro estremamente ristretto delle sfide che abbiamo davanti, e forse minimizza opportunamente questioni come la sicurezza energetica, l'accesso all'energia e l'accessibilità economica dell’energia - ha affermato Al Ghais in una nota - e, inoltre, diffama ingiustamente l'industria come responsabile della crisi climatica.”

OPEC ed IEA si sono ripetutamente scontrate negli ultimi anni su questioni quali le prospettive a lungo termine della domanda di petrolio e gli investimenti in nuove forniture di idrocarburi e l’ultimo scontro si presenta gli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali produttori OPEC, si preparano a ospitare il vertice sul clima COP28 delle Nazioni Unite alla fine della settimana; Al Ghais ha detto che l’OPEC sarà presente ai colloqui sul clima.
L’IEA prevede che la domanda mondiale di combustibili fossili raggiungerà il picco entro il 2030, man mano che sempre più auto elettriche arriveranno sulle strade e l’economia cinese crescerà più lentamente mentre si sposta verso un’energia più pulita, ma l’OPEC non è assolutamente d’accordo con questa previsione e descrive come “pericolose” le proiezioni IEA che sempre più spesso sono accompagnate da appelli a fermare nuovi investimenti nel petrolio e nel gas che metterebbero a repentaglio la sicurezza energetica.
La IEA, inoltre, si è mostrata critica anche nei confronti delle tecnologie di cattura del carbonio: "L'industria deve impegnarsi ad aiutare veramente il mondo a soddisfare i propri bisogni energetici e gli obiettivi climatici, il che significa abbandonare l'illusione che quantità implausibilmente grandi di cattura del carbonio siano la soluzione", si legge nella dichiarazione dell’IEA.
Gli Emirati Arabi Uniti, il secondo paese arabo a ospitare il vertice sul clima dopo l’Egitto nel 2022, insieme ad altri produttori di energia del Golfo hanno chiesto quella che considerano una transizione energetica più realistica in cui i combustibili fossili manterrebbero un ruolo nel garantire l’approvvigionamento energetico mentre le industrie si decarbonizzano.
Al Ghais ha affermato che è deplorevole che l'IEA abbia definito tecnologie come la cattura, l'utilizzo e lo stoccaggio del carbonio (CCUS) una "illusione", poiché sono state viste nei rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite come parte della soluzione: "La verità che deve essere detta è semplice e chiara per coloro che desiderano vederla: le sfide energetiche che abbiamo davanti sono enormi e complesse e non possono essere limitate a una questione binaria”.
L’OPEC+ ha deciso lo scorso anno che non avrebbe più utilizzato i dati dell’IEA per valutare lo stato del mercato petrolifero. L’Arabia Saudita ha anche incolpato l’IEA – e la sua previsione iniziale di un calo di 3 milioni di barili al giorno (bpd) della produzione russa a causa della guerra in Ucraina – per la decisione di Washington di vendere petrolio dalle sue riserve.
Fonte Reuters