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Petrolio: l’Arabia Saudita sostiene i prezzi



La Redazione Articolo pubblicato il 06/07/2023 10:00:12
L'attenzione del mercato è focalizzata anche sui tassi di interesse, con le banche centrali statunitensi ed europee che dovrebbero aumentare ulteriormente i tassi per domare l'inflazione ostinatamente elevata

 

Negli USA il prezzo del petrolio ha registrato un aumento del 3% circa sulla scia dell’intervento sulla produzione da parte di Arabia Saudita e Russia, con il mercato che si concentra sui dati relativi alla domanda di oro nero.

Nel dettaglio, il petrolio WTI ha terminato la sessione di ieri a 71,79 dollari per barile, in crescita del 2,87% rispetto alla sessione precedente.

Grafico Petrolio WTI by Tradingview

L'Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di greggio, lunedì ha dichiarato che estenderà il suo taglio volontario alla produzione di 1 milione di barili al giorno sino al mese di agosto, mentre Russia ed Algeria stanno abbassando i livelli di produzione ed esportazione di agosto rispettivamente di 500000 e 20000 barili al giorno.  La cooperazione petrolifera russo-saudita è ancora forte nell'ambito dell'alleanza OPEC+, che farà "tutto il necessario" per sostenere il mercato, ha dichiarato mercoledì il ministro dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, parole che evidenziano comunque un certo nervosismo del mercato con Giovanni Staunovo, analista presso UBS, che sottolinea come, con tutte le probabilità, gli investitori rimarranno in disparte fino a quando le scorte petrolifere non mostreranno sostanziali riduzioni.

Le scorte di petrolio greggio e benzina negli Stati Uniti sono diminuite la scorsa settimana, mentre le scorte di distillati probabilmente sono aumentate: questo è quanto si evince dall’esito di un sondaggio condotto da Reuters in attesa dei dati USA ufficiali che saranno comunicati ai mercati nella giornata odierna.

Il 4 luglio segna il picco della stagione dei viaggi negli Stati Uniti e i rapporti sulle scorte di questa settimana potrebbero svolgere un ruolo importante nello spingere i prezzi del petrolio verso l'alto o verso il basso, hanno affermato i trader.

Morgan Stanley ha abbassato le sue previsioni sul prezzo del petrolio, prevedendo un surplus di mercato nella prima metà del 2024 con l'offerta non OPEC che crescerà più velocemente della domanda l'anno prossimo (recenti sondaggi hanno mostrato un crollo dell'attività industriale globale, che riflette la domanda fiacca in Cina e in Europa).

L'attenzione del mercato è focalizzata anche sui tassi di interesse, con le banche centrali statunitensi ed europee che dovrebbero aumentare ulteriormente i tassi per domare l'inflazione ostinatamente elevata.

 

Fonte Reuters

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