La controllata statale saudita Aramco ha notificato ad almeno cinque raffinerie dell'Asia settentrionale, per lo più cinesi, che, nel mese di luglio, fornirà volumi di petrolio inferiori a quelli previsti in precedenza: questo è quanto dichiarano a Reuters alcune fonti locali informate dei fatti.
La riduzione della fornitura alle raffinerie cinesi giunge mentre sempre più petrolio russo a forte sconto fluisce verso il principale importatore di petrolio del mondo, la Cina, che si è rifiutato di condannare l'invasione russa dell’Ucraina; la domanda di petrolio della Cina, inoltre, risulta sotto tono a causa delle restrizioni imposte dal governo al fine di contenere i nuovi focolai di coronavirus.
La domanda di greggio saudita risulta in forte aumento in Europa, con gli acquirenti locali che tenta di reperire fornitura aggiuntive in grado di consentire al Vecchio Continente di allontanarsi dalla Russia in termini di fornitura di greggio.

Nel dettaglio, quattro importanti raffinerie cinesi e una nell'Asia settentrionale riceveranno meno carichi di greggio saudita a luglio, affermano le fonti, mentre altre tre raffinerie dell'Asia settentrionale e una raffineria dell'Asia meridionale stanno ricevendo allocazioni complete; Saudi Aramco sta anche intensificando le spedizioni di greggio alla sua raffineria in joint venture con la malese Petronas a Pengerang, ha affermato una delle fonti.
La riduzione dell’offerta saudita segue anche un aumento degli OSP, ovvero i prezzi ugìfficiali di vendita dell’oro nero di Riyadh.
La OPEC+ ha concordato di aumentare la produzione per compensare le perdite di produzione russe di 648000 barili al giorno, nei mesi di luglio ed agosto, contro i 432000 previsti dall’accordo in vigore, ma è probabile che i target produttivi non vengano raggiunti mantenendo il mercato globale del greggio in uno stato di forte contrazione.
Fonte Reuters