Il modificarsi, nella passata settimana, delle posizioni degli hedge fund sul petrolio statunitense ed europeo evidenzia le prospettive economiche contrastanti sulle due sponde del Nord Atlantico.
Hedge fund e altri gestori hanno acquistato l'equivalente di 3 milioni di barili di future e opzioni sul diesel statunitense nella settimana terminata il 2 agosto mentre, nelle ultime tre settimane, gli investitori hanno acquistato un totale di 13 milioni di barili, raddoppiando la loro posizione a 26 milioni di barili, ragion per cui, in merito ai prodotti USA, le posizioni rialziste superano quelle ribassiste di un rapporto di oltre 3:1.
Diametralmente opposta la situazione sull’altra sponda dell’Atlantico, dove i fondi hanno venduto l'equivalente di 1 milione di barili di futures e opzioni europee sul gasolio; le vendite nelle ultime sei settimane hanno totalizzato 20 milioni di barili, riducendo la posizione netta a 40 milioni di barili dai quasi 60 milioni di metà giugno.
Sia l'economia statunitense che quella europea stanno rallentando in risposta all'aumento dell'inflazione, alle interruzioni della catena di approvvigionamento, all'invasione russa dell'Ucraina e alle sanzioni imposte a Mosca ma, mentre l'economia statunitense mostra ancora slancio, le principali economie europee sono sull'orlo di una recessione ed è probabile che il rallentamento si intensifichi con l'avvicinarsi dell'inverno e con l'ulteriore aumento dei prezzi dell’energia.
È probabile che Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna entreranno in recessione prima della fine dell'anno, riducendo il consumo di diesel nella produzione, nel trasporto merci e nell’edilizia.
I commercianti prevedono che l'economia europea entrerà in una flessione relativamente grave che ridurrà significativamente il consumo regionale di carburante nel corso del prossimo anno.
Fonte Reuters