Il governo degli Stati Uniti ha da tempo avviato un’indagine al fine di comprendere quali siano state le cause che hanno determinato il crollo delle quotazioni del petrolio a -37 dollari nel mese di aprile 2020.
Sicuramente è un evento a dir poco storico che noi tutti ricordiamo, ma chi sperava di avere una risposta convincente dall’indagine in oggetto è destinato a rimanere profondamente deluso, in quanto lo studio non ha chiarito praticamente nulla…
L’analisi dei fatti condotta dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) ha evidenziato un mix di fattori che ha condotto al crash in oggetto, ma si tratta, sostanzialmente, di elementi che già conoscevamo, ovvero l’eccesso di offerta di petrolio, la domanda assente a causa della pandemia di coronavirus e la difficoltà a reperire siti di stoccaggio ove immagazzinare l’oro nero.

Questi elementi, tuttavia, sono stati citati per mesi, e noi lo sappiamo bene, ragion per cui aziende di settore, traders ed operatori di settore in generale sono ancora all’oscuro di quanto sia accaduto in quella tragica giornata.
Nel pubblicare l'attesissimo documento, la Commodity Futures Trading Commission ha candidamente ammesso che potrebbe non essere all'altezza delle aspettative, anche se il presidente della CFTC, Heath Tarbert, ha affermato che l'agenzia sta cercando di essere il più disponibile possibile nel rivelare le informazioni in suo possesso (lo stesso Tarbert ha definito il report come “provvisorio”).
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