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Petrolio: gli investitori snobbano l’oro nero e il rally OPEC rimane un miraggio



La Redazione Articolo pubblicato il 10/05/2023 09:00:00
Sostanzialmente, la situazione degli investitori è tornata ad essere quella del 21 marzo, prima che la OPEC+ sorprendesse i mercati con l’annuncio di tagli alla produzione

 

Gli investitori hanno ridotto l’esposizione long sul petrolio limitando così l’impatto dei recenti tagli alla produzione attuati da Arabia Saudita ed altri membri OPEC+; scendendo maggiormente nel dettaglio, i dati disponibili indicano che hedge fund ed altri gestori hanno venduto l'equivalente di 145 milioni di barili nei sei più importanti contratti future e opzioni nella settimana terminata il 2 maggio per un totale di 232 milioni di barili nel corso delle ultime due settimane count ritmo che si propone come il più elevato dallo scoppio della crisi bancaria statunitense a marzo e prima dell'imminente arrivo della pandemia nel febbraio 2020.

Sostanzialmente, la situazione degli investitori è tornata ad essere quella del 21 marzo, prima che la OPEC+ sorprendesse i mercati con l’annuncio di tagli alla produzione superiori al milione di barili giornalieri e lo stesso vale per il Brent, che scambia a ridosso dei 75 dollari dopo aver registrato un massimo ad oltre 87 dollari per barile a metà aprile.

Gran parte di questa nuova ondata ribassista è derivata dalle preoccupazioni per il deterioramento delle prospettive dell'economia globale e del consumo di petrolio nel resto del 2023, in un contesto in cui i gestori sono da tempo particolarmente ribassisti sui distillati medi come diesel e gasolio, i più esposti al ciclo economico.

In difficoltà anche le quotazioni del gas naturale statunitense, dove il rialzo è stato minato da temperature miti e scorte che rimangono elevate nonostante il riavvio del terminal di esportazione di Freeport LNG.

 

Fonte Reuters

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