Gli Stati Uniti non si aspettano che l'Arabia Saudita aumenti immediatamente la produzione di petrolio e attendono l’esito del meeting OPEC+ del 3 agosto per avere un quadro maggiormente chiaro della situazione: questo è quanto afferma il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, che spiega: “Non credo che dovremmo attenderci un annuncio bilaterale - le dichiarazioni sono state rilasciate durante la visita del presidente Joe Biden in Arabia Saudita - perché riteniamo che qualsiasi ulteriore azione intrapresa per garantire che ci sia energia sufficiente per proteggere la salute dell'economia globale, sarà presa in ambito OPEC+”.
Il presidente degli Stati Uniti si è recentemente recato in visita nel Regno al fine di ripristinare le relazioni degli USA con l’Arabia Saudita e, durante gli incontri, temi come l'approvvigionamento energetico, i diritti umani e la cooperazione in materia di sicurezza sono stati all’ordine del giorno.
Anche se non fornirà un aumento della produzione di petrolio nel breve periodo, a medio termine il ruolo dell’Arabia Saudita sarà fondamentale in quanto, insieme agli Emirati Arabi Uniti, detiene la maggior parte della capacità inutilizzata all'interno del gruppo OPEC+.

I prezzi del petrolio Brent scambiano a ridosso dei 100 dollari per barile dopo aver registrato un massimo pluriennale toccando, nel mese di marzo, i 139,1 dollari per barile con gli investitori che, ora, tentano di stimare l’impatto sulla domanda derivante dal ritorno del covid in Cina - maggior importatore globale - e dei crescenti timori per una possibile recessione.
"L'Arabia Saudita preferisce gestire il mercato attraverso la OPEC+ e non tramite azioni unilaterali - spiega Ben Cahill, ricercatore presso il Center for Strategic and International Studies - il ministro dell'Energia saudita Abdulaziz bin Salman ha costantemente sottolineato l'importanza della coesione dell'OPEC+, compreso un ruolo centrale per la Russia”, una posizione, quella descritta da Cahill, condivisa dagli Emirati Arabi Uniti.
Gli Stati Uniti sono ansiosi di vedere l'Arabia Saudita e i suoi partner OPEC pompare più petrolio per contribuire a ridurre l'alto costo della benzina e l'inflazione USA, che ha raggiunto i livelli più elevati degli ultimi 40 anni: “La decisione di aumentare la produzione di petrolio è soggetta a diversi fattori e considerazioni e non dipende da una richiesta degli Stati Uniti - spiega Abdulaziz Sager, presidente del Gulf Research Center di Riyadh - ci sono complicazioni tecniche, politiche ed economiche legate a quella decisione”.
Fonte Reuters