Nella sessione di ieri il petrolio è stato attinto da una intensa tornata di vendite che ha condotto le quotazioni a terminare gli scambi in forte calo, con il Brent che è passato di mano per l’ultima volta a quota 73,72 dollari per barile in discesa di oltre il 4%: responsabili di questa price action le preoccupazioni sul fatto che il Congresso degli Stati Uniti approvi il patto sul tetto del debito degli Stati Uniti ed il meeting OPEC+ in programma per il fine settimana.

Alcuni legislatori repubblicani di estrema destra hanno affermato che potrebbero opporsi a un accordo per aumentare il tetto del debito negli Stati Uniti, il più grande consumatore di petrolio al mondo. Il presidente democratico Joe Biden e il presidente della Camera dei rappresentanti repubblicana Kevin McCarthy sono rimasti ottimisti sul fatto che l'accordo sarebbe passato. Biden e McCarthy hanno messo a punto un accordo che dovrà ottenere l’approvazione del Congresso prima del 5 giugno, giorno in cui il Dipartimento del Tesoro ha dichiarato che il Paese non sarà in grado di far fronte ai propri obblighi finanziari, un elemento che potrebbe senz’altro turbare i mercati finanziari globali.
"Il grande elefante nella stanza è il continuo dramma sul tetto del debito - spiega Phil Flynn, analista presso Price Futures Group - e fino a quando non avremo i voti, il mercato sarà confuso”.
La data cruciale per la situazione USA coincide quasi con la riunione del 4 giugno dell’OPEC+, con gli operatori di settore che mostrano una elevata incertezza in merito ad eventual interventi della coalizione di produttori di greggio sulla produzione.
La scorsa settimana il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita Abdulaziz bin Salman ha nuovamente messo in guardia dall’effettuare operazioni di vendita allo scoperto sul petrolio in quanto la OPEC+ potrebbe intervenire e questo, anche a fronte di indicazioni diametralmente opposte in arrivo dalla Russia, ha creato una notevole incertezza a mercato.
Fonte Reuters