Un funzionario della Casa Bianca ha affermato che Washington continua ad invocare l’intervento della OPEC affinché quest’ultima intervenga sui prezzi del petrolio sostenendo così la ripresa economica globale; il greggio ha recentemente raggiunto massimi pluriennali e questo potrebbe minacciare la tanto agognata ripresa economica.
Il funzionario ha affermato che l'amministrazione sta monitorando da vicino il costo del petrolio e della benzina e che sta utilizzando ogni mezzo disponibile per affrontare le pratiche anticoncorrenziali negli Stati Uniti e nei mercati energetici globali al fine di garantire mercati energetici affidabili e stabili. La richiesta di Washington è stata inoltrata ai massimi livelli della OPEC+.

L’attuale situazione di mercato ha condotto i prezzi del Brent al livello più alto dal 2018, mentre il WTI (piazza di New York) si attesta ai massimi dal 2014.
La domanda mondiale è rimbalzata più velocemente del previsto e gli alti prezzi del gas naturale stanno spingendo alcune nazioni ad abbandonare il gas nella produzione di energia in favore del petrolio.
Nel frattempo, l'OPEC+ ha mantenuto i limiti all'offerta sin dall'inizio della pandemia: nel momento di massima attività il gruppo di produttori ha sottratto dal mercato 10 milioni di barili giornalieri di greggio ma, a partire dal mese di luglio, ha deciso di aumentare l’offerta di 400000 barili giornalieri al fine di eliminare gradualmente i tagli alla produzione precedenti.
La OPEC+ si è sempre mostrata intimorita da possibili nuovi focolai di coronavirus ed ha privilegiato il sostegno ai prezzi in quanto questo sostiene le finanze dei membri.
La produzione di petrolio degli Stati Uniti, che ha raggiunto un picco di circa 13 milioni di barili al giorno alla fine del 2019, rimane molto al di sotto di quel livello anche se la domanda giornaliera di carburante è rimbalzata ai livelli pre-pandemia.
Fonte Reuters