L'Assemblea nazionale del Venezuela, controllata dagli alleati del presidente socialista Nicolas Maduro, non riformerà quest'anno la legge sugli idrocarburi del paese: questo è quanto ha recentemente dichiarato il presidente del comitato per l'energia ed il petrolio dell’Assemblea.
Nei primi mesi del 2021 il presidente Maduro aveva affermato che l'Assemblea avrebbe preso in considerazione riforme della legislazione che consentirebbero nuovi modelli di business, dopo un crollo della produzione di greggio imputabile ad anni di investimenti contenuti e, più recentemente, alle sanzioni USA che gravano sulla nazione ed imposte al fine di sollecitare l’abbandono di Maduro.
Angel Rodriguez, legislatore del Partito Socialista Unito che guida il comitato (nell’immagine a seguire), ha affermato che i funzionari necessitano di più tempo al fine di valutare correttamente la situazione ed eventuali proposte e, infine, prendere una decisione definitiva: “La legge sugli idrocarburi è ancora all'ordine del giorno, ma stiamo ricevendo le proposte. Non credo che avremo una riforma entro quest’anno” (A. Rodriguez).
L'opposizione del paese sudamericano ha a lungo sostenuto un ruolo di rilievo per il settore privato nell'industria, che è dominata dalla compagnia petrolifera statale PDVSA. L'attuale legge prevede che PDVSA detenga una quota di maggioranza in joint venture petrolifere con partner privati e stranieri e garantisce alla società il monopolio sulle esportazioni.
A luglio, la francese TotalEnergies e la norvegese Equinor hanno restituito le loro azioni in Petrocedeno - una delle joint venture più importanti del Venezuela - a PDVSA, diventando l'ultima di una lunga serie di multinazionali a ridurre la loro presenza nel paese nel bel mezzo di un collasso economico.
Fonte Reuters