Le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono tornate alla normalità dopo l’enorme aumento registrato nel corso del 2020: nel dettaglio, le scorte di greggio e raffinati esterne alla SPR si attestavano, nella passata settimana, al di sopra della media quinquennale pre pandemica (2015 - 2019) per soli 17 milioni di barili, circa l’1,4%, in forte calo, quindi, rispetto al picco registrato a giugno 2020.
A consentire il drenaggio dei prodotti in eccesso sono stati i tagli alla produzione OPEC+ ed il calo della produzione statunitense, una condizione che ha consentito ai prezzi del Brent di tornare a scambiare in linea, se non lievemente al di sopra, della media a lungo termine riflettendo la fase di bilanciamento in cui si trova il mercato petrolifero.
Grafico Reuters
Significativa la struttura di mercato a sei mesi del Brent che, con una vistosa backwardation, evidenzia la presenza di timori relativi ad una possibile carenza d’offerta nei mesi a venire.
La riduzione delle scorte di petrolio degli Stati Uniti si inserisce in un processo di normalizzazione che coinvolge tutti i paesi OCSE in quanto, se vi sono ancora eccessi di stoccaggio, tali eccessi sono concentrati in nazioni come la Cina, dove avranno un impatto limitato sui prezzi dell’oro nero.
Unica eccezione, in questo contesto, è il carburante per aerei, il cui consumo stenta a riprendere quota a causa delle continue restrizioni agli spostamenti aerei internazionali applicate per contenere il diffondersi del virus.
Fonte Reuters