Nella giornata del 4 giugno si terrà un meeting dei produttori OPEC+ e, stando ad alcune indiscrezioni, la Russia non intende apportare variazioni alla produzione petrolifera del Paese, con il Cremlino che sarebbe soddisfatto dei prezzi e della produzione attuali. I prezzi dell’energia si stanno avvicinando a livelli economicamente giustificati: questa la dichiarazione rilasciata recentemente dal presidente russo Vladimir Putin, con il vice primo ministro Alexander Novak che ha sottolineato come non si attendano variazioni da parte della OPEC+.

Sostenendo gli attuali livelli di produzione, Mosca spera di poter mantenere stabili i prezzi del petrolio senza superare il prezzo massimo imposto dall'Occidente di 60 dollari al barile per la miscela Urals: "Sono improbabili ulteriori tagli alla produzione", ha detto a Reuters una fonte a conoscenza della posizione della Russia ed anche una seconda fonte afferma che non è interesse di Mosca ridurre la produzione in questo momento, con la nazione che risulta già impegnata a ridurre la produzione di 500000 barili giornalieri ad un totale di 9,5 milioni di barili giornalieri da marzo a fine anno.
La Russia è il secondo esportatore di petrolio al mondo dopo l'Arabia Saudita, il cui ministro dell'Energia, il principe Abdulaziz bin Salman, ha nuovamente messo in guardia gli speculatori dall’effettuare operazioni di vendita allo scoperto aventi il petrolio come oggetto.
Il tentativo dell'Occidente di imporre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo ha complicato i calcoli sulla produzione di Mosca che, a differenza del resto dell'OPEC+, non sta cercando di massimizzare i prezzi, in quanto, se le quotazioni del barile si manterranno al di sotto del tetto massimo, sarà più semplice per Mosca mantenere il flusso di greggio verso il mercato globale; nel mese di maggio il greggio Urals scambiava tra 53 e 57 dollari per barile.
Fonte Reuters