Nella giornata odierna prenderà il via il meeting OPEC di fine anno, dove i ministri dei paesi membri decideranno al strategia produttiva da implementare; come sempre si riuniranno a Vienna, ma la città sarà ben diversa rispetto agli anni passati: locali chiusi, strade deserte… e tutto questo a causa della pandemia di COVID 19.
Le strade deserte di Vienna dovrebbero senza dubbio indurre una certa cautela nei ministri OPEC, ma altrettanto vero è che il quadro complessivo si mostra decisamente più variegato: la situazione in Asia è sostanzialmente opposta a quella presente in Europa, e proprio questa enorme differenza tra est ed ovest rappresenta un ulteriore enigma per la OPEC e per i produttori alleati esterni al Cartello: i produttori dovranno decidere se aumentare, o meno, la produzione, e questo anche in presenza di un altro grande elemento di disturbo, ossia un consumo di carburante per aerei che risulta dimezzato rispetto allo standard, una situazione opposta rispetto a quella di benzina e diesel prodotti il cui consumo si mostra in forte aumento.
Lo squilibrio della ripresa, sia a livello geografico che tra prodotti, è un argomento che tiene banco da tempo, tra i delegati OPEC+, e sempre più spesso si parla anche della situazione dei singoli gradi di petrolio, con il mercato delle varietà pesanti sotto pressione a fronte di un mercato del greggio leggero che si conferma decisamente ben fornito.

Il contesto descritto nelle righe appena sopra rende decisamente complicato il processo decisionale della OPEC+, anche perché l’unico elemento su cui lavorare è la produzione, ossia l’unica cosa che i produttori possono fare è scegliere se aumentare, diminuire o mantenere inalterato l’output.
Dobbiamo, inoltre, tener conto di un altro elemento: la maggior parte del greggio OPEC finisce in Asia, dove la domanda è elevata, e non in Europa o negli USA, dove al richiesta è debole, e questo lascia intendere che la capacità di intervento in quella parte di mercato dove l’eccesso di offerta è marcato è davvero scarsa.
A fornire una speranza, tuttavia, è l’entità della contrazione della domanda, che, seppur marcato, non è sicuramente paragonabile a quello di inizio anno, e questo perché le nuove restrizioni non sono così intense come le precedenti.
Continua nella pagina successiva