Nella sessione di ieri i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 2% annullando le perdite della prima sessione dell’ottava sulla scia dell’ottimismo indotto da una possibile ripresa economica della Cina in grado di compensare le preoccupazioni degli investitori in merito all’aumento dei tassi di interesse statunitensi.
Nel dettaglio, i prezzi del petrolio WTI (piazza di New York) sono aumentati dell’1,8% a quota 77 dollari per barile, una dinamica che Phil Flynn (analista presso Price Group) attribuisce ad operazioni di copertura a breve termine.

Le aspettative di ripresa della domanda in Cina hanno sostenuto i guadagni, con il mercato in attesa di dati chiave nel corso delle prossime ore: alcuni economisti intervistati da Reuters, in merito a questa questione, affermano di attendersi una crescita economica della Cina sostenuta nel mese di febbraio: "La ripresa economica della Cina aumenterà la sua domanda di materie prime, con il petrolio posizionato per trarne i maggiori benefici”, questo il commento di JPMorgan reso noto in una nota ai clienti.
Le esportazioni di greggio degli Urali verso la Cina dai porti occidentali della Russia sono aumentate a febbraio rispetto al mese precedente, a causa dei costi di trasporto inferiori e dell'aumento della domanda, hanno affermato fonti di Reuters, e le previsioni indicano che le attese sono per un prezzo superiore ai 90 dollari per barile nella seconda metà del 2023 a seguito di un aumento della richiesta cinese e del calo della produzione della Russia; in quest’ottica, gli analisti di JPMorgan hanno dichiarato di attendersi un prezzo medio del Brent pari a 90 dollari per barile nel corso del 2023.
I guadagni sono stati limitati dalla minaccia di ulteriori aumenti dei tassi statunitensi dopo i nuovi ordini più forti del previsto per i principali beni strumentali statunitensi a gennaio, con il governatore della Federal Reserve statunitense Philip Jefferson che ha affermato che l'inflazione per i servizi è rimasta "ostinatamente alta”, ed il mercato pare sempre più attendersi un ulteriore aumento dei tassi pari allo 0,5%, afferma l'analista di PVM Oil Tamas Varga.
In base ad un sondaggio condotto da Reuters, la OPEC avrebbe pompato oltre 28,9 milioni di barili giornalieri di greggio, nel mese di febbraio, volume che corrisponde ad un incremento di 150000 barili giornalieri rispetto al mese di gennaio, con la produzione che, tuttavia, si presenta inferiore a quella di settembre 2022 per oltre 700000 barili giornalieri; non svetta a ridosso dei massimi nemmeno la produzione USA, con 12,1 milioni di barili giornalieri nel mese di dicembre al minimo da agosto 2022, tuttavia, le scorte americane di petrolio sono aumentate e gli analisti di Reuters si attendono un ulteriore aumento - il decimo consecutivo - di circa mezzo milione di barili.
Fonte Reuters