L’impennata dei prezzi del palladio ha conferito al metallo il titolo di prodotto più costoso all’interno del comparto dei metalli preziosi regolarmente scambiati e, man mano che la domanda aumenta, il gap con con l’oro potrebbe ampliarsi ulteriormente.
Nel mese di maggio, il palladio, ampiamente utilizzato nella produzione di convertitori catalitici, ha registrato n massimo storico di 3018 dollari per oncia e, nonostante i prezzi si siano raffreddati nel corso dell’ultimo mese, rimangono per circa 900 dollari l’oncia superiori a quelli dell’oro.
Nel mese passato lo spread con l’oro è salito al livello più ampio dal mese di febbraio 2020 e, con l’espansione economica globale che aumenta i consumi, potrebbe continuare ad espandersi.

Si prevede che il mercato globale del palladio sarà in deficit a causa del recupero dell’industria automobilistica, di norme più severe in merito all’inquinamento e di un inatteso inasprimento dell’offerta determinato da inondazioni che hanno colpito le miniere del maggior produttore mondiale: si tratta di un contesto diametralmente opposto a quello dell’oro che risulta poco variato, nel 2021, a fronte di un balzo del 15% nelle quotazioni del palladio.
L’oro, per contro, sembra essere destinato a cedere terreno sino a raggiungere i 1700 dollari per oncia a fine anno a causa del rafforzamento del dollaro USA e dell'aumento dei rendimenti reali: questo è quanto afferma Georgette Boele, analista senior presso ABN Amro.
Fonte Bloomberg