L’oro si è avvicinato ai massimi storici, nella giornata di ieri, dopo che i problemi che hanno attinto il settore bancario hanno indotto un aumento del 10% circa del metallo giallo nel giro di appena pochi giorni.
I titoli e le obbligazioni bancarie hanno continuato a crollare a causa del possibile insorgere di nuovi problemi dopo che diverse banche statunitensi e il Credit Suisse svizzero sono falliti o hanno richiesto il salvataggio.
Nel dettaglio, nella giornata di ieri, il prezzo dell’oro in dollari USA ha registrato un massimo di 2014 dollari per oncia per poi chiudere gli scambi a ridosso dei 1980 dollari (nel 2020 è stato registrato il massimo storico a quota 2072 dollari per oncia).

Analizzando gli scambi in altre valute possiamo notare che il precedente record è già stato superato, con il prezzo dell’oro in dollari australiani che ha superato per la prima volta i 3000 dollari; significativo il movimento in euro, con i prezzi che hanno raggiunto i 1880 euro a soli 20 euro dal record.
Gli occhi degli investitori rimangono puntati su due elementi: l’evolversi della situazione delle banche e le mosse della Fed; l’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti aveva messo sotto pressione l'oro aumentando i rendimenti su asset concorrenti come le obbligazioni, ma gli investitori ora ritengono che la Fed debba rallentare o interrompere la sua stretta per allentare la pressione sulle banche, nonostante l'inflazione rimanga elevata.
“L’attenzione è tuta sulla Fed - spiega Nicky Shiels, strategist presso MKS PAMP - Il fallimento della Silicon Valley Bank questo mese è stato un punto di svolta per l’oro e la Fed dovrà scegliere tra un'inflazione più elevata o una recessione/instabilità finanziaria e entrambi i risultati sono rialzisti per l'oro, il che mette in gioco i massimi storici”.
Alcuni investitori potrebbero vendere oro per trarne profitto a breve termine, ma la tendenza al rialzo dei lingotti dovrebbe continuare, ha affermato l'analista di Saxo Bank Ole Hansen.
Fonte Reuters