Nella sessione di ieri, martedì 10 gennaio 2023, i prezzi dell’oro hanno terminato gli scambi a ridosso dei livelli più elevati degli ultimi 8 mesi, con gli investitori stimolati all’acquisto dalla debolezza del dollaro e dalle attese per una politica monetaria della Federal Reserve meno aggressiva di quanto visto nei mesi passati dopo che il presidente della banca centrale, Jerome Powell, non ha fornito prove di un protrarsi della “linea dura” in atto sino ad ora.
Nel dettaglio, come si evince dal grafico a seguire, il prezzo dell’oro ha chiuso la sessione di ieri a quota 1881 dollari per oncia, in crescita dello 0,2% rispetto al giorno precedente.

“L’oro ha fatto una bella corsa ed il dollaro si è indebolito: alla fine la Fed abbandonerà la politica aggressiva, ma fino ai dati sull’inflazione non assisteremo a nessun tipo di rally - spiega Edward Moya, analista senior presso OANDA - quello che dobbiamo comprendere è se i rendimenti USA saranno capaci di scendere ancora: questo sarebbe molto positivo per l’oro e, inoltre, credo che il picco dei rendimenti sia già stato registrato”.
Mentre Powell non ha commentato la politica monetaria della Fed alla conferenza della banca centrale in Svezia, il governatore della Fed Michelle Bowman ha affermato che la banca centrale degli Stati Uniti dovrà aumentare ulteriormente i tassi di interesse per combattere l'inflazione elevata e che probabilmente porterà a condizioni del mercato del lavoro più deboli.
"La mancanza di commenti sulle questioni di politica monetaria ha contribuito a sollevare i mercati nei primi scambi, spostando così la narrazione sui numeri del CPI che dovrebbero diminuire”: questo il commento di Hewson, capo analista di mercato preso CMC Markets UK.
Giovedì è previsto il rapporto sui prezzi al consumo del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti.
Fonte Reuters